OCCIDENTALIA. Fiom, Cobas e Arci per il boicottaggio d’Israele

Furono esclusi dalle iniziative internazionali della sinistra, subendo il ricatto arabo-islamico che preconizzava la distruzione dello stato ebraico

di Giulio Meotti | 27 Maggio 2016 ore 06:18

Hanno firmato anche sigle sindacali come la Fiom e i Cobas, oltre ad associazioni come l’Arci e movimento di protesta contro il Muos, l’appello di 350 organizzazioni europee per il boicottaggio di Israele in Europa. Tanti le associazioni italiane "pacifiste". Nel 1982, la Cgil promosse il blocco di navi e aerei da e per Israele. "Ha sempre un significato, per il movimento sindacale italiano, organizzare un boicottaggio, azione e lotta politica, solidarietà internazionale, rifiuto ad essere spettatori passivi di fronte ad avvenimenti internazionali di eccezionale gravità", disse Lucio De Carlini, segretario generale della federazione trasporti Cgil.

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Per otto giorni non partirono voli per Tel Aviv dagli aeroporti italiani. Furono boicottate anche le due navi israeliane nel porto di Livorno. Quando un volo della compagnia israeliana El Al atterrò a Fiumicino, i passeggeri dovettero raggiungere a piedi il terminale. Nella manifestazione sindacale per il Libano si udirono per la prima volta slogan su “Nazi-Israele”, con la tramutazione della stella di David (la stessa che portavano sulla giubba i deportati) in croce uncinata. Per la prima volta, i rappresentanti dei sindacati e delle organizzazioni operaie israeliane furono esclusi dalle iniziative internazionali della sinistra, subendo il ricatto arabo-islamico che preconizzava la distruzione dello stato ebraico. Trent’anni dopo, siamo ancora lì.

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