Pd, D'Alema: "Voterò no al referendum".

E, dopo Renzi, "un nuovo governo per una nuova legge elettorale"

Italiaoggi 22.6.2016

Ho votato "come sempre: secondo le indicazioni del partito". Il referendum? "Voterò no". Lo afferma Massimo D'Alema in un'intervista al Corriere della Sera. Secondo l'ex premier, la sconfitta del Pd "è una tendenza generalizzata". Poi ci sono situazioni come Roma, dove "la sconfitta assume dimensioni di disastro. Qui - spiega -, come a Napoli, ha pesato una vera e propria disgregazione del partito". Serve un segretario diverso dal premier? "Si' - risponde D'Alema -. Serve una figura che si occupi del Pd a tempo pieno. E serve una direzione collegiale. Il partito è stato volutamente lasciato senza guida. Lo si ritiene non importante oppure si scarica su di esso la colpa quando le elezioni vanno male". Le direzioni del Pd poi "sono momenti di propaganda" in cui "non esiste la possibilità di trovare convergenze o accordi". Renzi ha perso la sintonia "con la base e con il Paese - prosegue D'Alema - Una parte molto grande dell'elettorato di sinistra non si riconosce nel Pd, non lo sente come proprio, non si mobilita". Renzi "non si è limitato a rottamare un gruppo dirigente; sta rottamando alcuni milioni di elettori". A Milano il Pd tiene "ma non perché Renzi ha scelto Sala - è l'analisi dell'ex premier - perché Pisapia si è battuto come un leone per coprirlo a sinistra". Per Fassino "mi e' spiaciuto moltissimo - dice - non meritava questa sconfitta. E non meritava di sentirsi dire, dopo aver sostenuto Renzi in tutti i modi, anche troppo, come presidente dell'Anci, che 'abbiamo perso perche' avevamo volti vecchi'". Per D'Alema, "Renzi dovrebbe cambiare. Questo risultato mette in discussione sia il rapporto tra il Pd, il suo elettorato e la società italiana, sia la politica del governo", sia "il modo in cui Renzi esercita tutti e due i ruoli". Renzi è in grado di cambiare? "La speranza è l'ultima a morire - commenta -, ma non mi pare una persona orientata a tenere conto degli altri e neanche della realtà; neanche di quelle più prossime, visto che abbiamo perso a Sesto Fiorentino". Orfini? "L'ho allevato male". I media? "Non c'era mai stata una pressione sui mezzi di informazione così fastidiosa come quella che esercita questo governo. Neppure ai tempi di Berlusconi", sostiene ancora D'Alema, secondo cui, inoltre, "l'Italicum è incostituzionale". E sul referendum di ottobre dichiara: "Voterò no. Troverò il modo di spiegare le ragioni di merito. Non sono molto diverse da quelle per cui votai no, nel 2006, alla riforma di Berlusconi. Che per certi aspetti era fatta meglio" Se salta la riforma, salta il governo? "Non ho mai sostenuto che Renzi debba dimettersi - precisa -. Certo, se lui insistesse, si dovrebbe costituire un nuovo governo, dato che servirebbe una nuova legge elettorale". Per D'Alema, infine, "è stato un gravissimo errore personalizzare in chiave plebiscitaria il referendum, che dovrebbe essere un pronunciamento dei cittadini libero da qualsiasi ricatto". E a Giorgio Napolitano che ammonisce che se vince il no l'Italia si dimostra irriformabile sul piano internazionale, D'Alema replica che una riforma sbagliata provoca più danni di nessuna riforma". "Questa peggiora le cose, perchè riduce gli elementi di controllo democratico e - combinata con l'Italicum - trasfroma il Parlamento nella falange di un capo".

Categoria Italia

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