Clandestini e islam, la Rai diventa Teleboldrini: paghi per vedere queste robe

Paolo Messa, consigliere di amministrazione della Rai, in una recente intervista a Libero chiedeva esplicitamente alla tv pubblica di aprirsi al mondo dedicando a turisti e residenti stranieri almeno un notiziario, se non addirittura un programma, in lingua inglese. Dalle buone intenzioni ai fatti c’è stato il solito silenzio. In tutte le lingue del mondo.

Libero di Enrico Paoli 13.7.2016

Ma se la sollecitazione arriva dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, cambia tutto. Soprattutto se il tema sono l’integrazione e l’Islam. Con una solerzia quanto meno sospetta l’amministratore delegato, Antonio Campo Dall’Orto, accompagnato dalla presidente del consiglio di amministrazione del board di viale Mazzini, Monica Maggioni, ha squadernato una serie di appuntamenti da far invidia alle migliori tv arabe. Le quali, per contrasto, ironizzano su ciò che noi prendiamo maledettamente sul serio. Sul canale Saudita Mbc, per esempio, va in onda una serie tv di humour nero: si intitola «Selfie» e gioca a ironizzare sulle abitudini religiose dei Sauditi. Imam e sapientoni religiosi vengono presi in giro senza difficoltà. Così, tanto per scherzare. Noi, invece, facciamo i seriosi. Citando Pasolini e Calvino il dg Campo Dall’Orto, intervenendo in commissione Jo Cox sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio istituita dalla Camera con il compito di condurre attività di studio e ricerca su tali temi, ha sottolineato la necessità di sconfiggere l’ignoranza. Nel documento che il numero uno di viale Mazzini ha consegnato alla commissione presieduta dalla Boldrini è tracciato il primo percorso della programmazione Rai su questi temi. Rai Uno si concentrerà sul contrasto delle intolleranze, da quella razziale a quella religiosa e sessuale, con finestre nei programmi più importanti. La fiction, però, sarà il punto di forza. A settembre va in onda «Lampedusa», miniserie che racconta la quotidianità degli uomini e delle donne che operano in prima linea, laddove i volontari prestano i primi soccorsi ai clandestini sbarcati dai gommoni degli scafisti. Poi «Chiedilo al mare», miniserie interpretata da Giuseppe Fiorello che affronta il contrastato tema degli sbarchi illegali attraverso la drammatizzazione di un evento che può essere considerato la più grave sciagura navale del Mediterraneo dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Su Rai3 c’è «Radici« che racconterà l’altra faccia dell’immigrazione, quella degli immigrati regolari. Da segnalare «Fuocoammare» che andrà in onda in prima serata il 3 ottobre (anniversario dell’affondamento al largo di Lampedusa di un barcone con a bordo centinaia di migranti). A seguire la serie «Islam», in onda dal 13 novembre, dedicata al mondo islamico e dove attraverso la chiave narrativa del reportage sul campo si racconterà la vita di donne e uomini musulmani, imam, madri di jihadisti, portavoci delle comunità immigrate e volontari dell’accoglienza. Il punto di forza sarà il nuovo programma di Gad Lerner Islam-Italia. E ancora «Io ci sono», in onda per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne a novembre e tratto dal libro autobiografico di Lucia Annibali. Dalla violenza sulle donne all’affido famigliare, dalla donazione degli organi all’emergenza lavoro e all’omofobia. Un bouquet di 16 programmi in cui nessuna declinazione del politicamente corretto non troverà spazio. Buona visione.

@enricopaoli1

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