Cremaschi: Grasso e D'Alema come Renzi, solo disastri

Giorgio Cremaschi commenta con un'intervista ad Affaritaliani.it quanto sta accadendo a sinistra con la nascita di 'liberi e uguali'

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74) www.affaritaliani.it

Giorgio Cremaschi, uno dei portavoce del movimento Eurostop ed ex leader della Fiom, commenta con un'intervista ad Affaritaliani.it quanto sta accadendo a sinistra con la nascita di 'liberi e uguali'.

Lei aderirà a 'liberi e uguali' guidata da Pietro Grasso?

"Assolutamente no".

Perché?

"Ho passato una vita a contestare il vecchio Centrosinistra che ora Grasso vuole rilanciare, non sono interessato. E' vero che Renzi ha fatto il Jobs Act, ma prima di lui il Centrosinistra ha varato il pacchetto Treu, ha fatto le privatizzazioni e ha approvato la Legge Fornero. Si tratta di scegliere tra il vecchio Pd e il nuovo Pd, non mi interessa".

Ma in 'liberi e uguali' comanda Grasso o D'Alema?

"Non lo so e non mi interessa. Ora Renzi cita D'Alema come lo spauracchio ma è solo una lotta in famiglia. Veltroni con Renzi e D'Alema con Grasso".

Quindi in vista delle elezioni politiche...?

"Guardo con interesse al tentativo di far nascere una lista sociale e politica di rottura nei confronti del sistema. Una proposta lanciata dai centri sociali di Napoli, una sorta di Podemos italiana".

Con quali obiettivi?

"I valori della sinistra esistono, ma non li ricostruiscono le forze della sinistra che hanno fatto solo dei disastri attuando politiche di destra che ora non possono dire di voler cambiare. Servono altre persone, altri programmi e altri contenuti".

Punto chiave è il rapporto con l'Europa, o sbaglio?

"E' fondamentale confrontarsi con l'Europa e la Nato. Non mi interessano forze che non vogliono disobbedire, e dico proprio disobbedire, all'Ue e alla Nato. Ora sono ripartite le promesse: 1.000 euro di qua e 80 euro di là, ma fanno i conti senza l'oste. Non vanno rispettati il Trattato di Maastricht e i vincoli europei altrimenti ciò che promettono o non è realizzabile o vuol dire che lo pagano altri. Esattamente come gli 80 euro".

Lei vorrebbe uscire dall'euro?

"Penso che l'euro sia un danno. Noi di Eurostop abbiamo tre parole d'ordine: no Ue, no euro, no Nato. Se qualcuno si dice interessato anche solo a uno o a due di questi punti è un mio interlocutore. Chi invece pensa di riformare battendo i pugni a Bruxelles non va da nessuna parte. Io sono no euro, ma in Italia potrebbe nascere una forza davvero alternativa che cominci almeno a dire che non si rispettano il Fiscal Compact e i Trattati di Maastricht e di Lisbona. Altri punti: nazionalizzare le banche senza regalare soldi e nazionalizzare Ilva e Alitalia. Ritirare le missioni militari italiane nel mondo e basta soldi per le armi".

E i grillini?

"Siamo interessati a chi ha posizioni radicali e di rottura. Lo scorso anno ai ballottaggi mi sono espresso a favore dei 5 Stelle contro il Pd. Ma, culturalmente, Di Maio che cerca la legittimazione a Washington e che prova ad essere amico di Macron non ha nulla a che fare con il mio mondo".

Le vostre sono posizioni vicine a quelle del Partito Comunista di Marco Rizzo...

"Si vedrà, penso ad un arcipelago di forze".

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