Salvini, che sta rottamando il Cav non gli darà certo i suoi voti

M5s, primo partito ma senza i voti e senza gli alleati

di Giuseppe Turani Uomini & Business 7.3.2018

Di Maio, sorridente come il gatto che ha già il pesciolino rosso in bocca, dice: «Dovranno venire a parlare con noi». Di Battista, che è ancora peggio: «Comincia la terza Repubblica, quella dei cittadini». Però file davanti alla porta di Di Maio non se ne vedono. I numeri per fare un governo non li ha, e non si immagina chi glieli possa dare. Salvini? Ma quello sta rottamando Berlusconi e già si vede come capo di tutto il vapore dei centro destra, figurarsi se va a fare il portatore d'acqua di Di Maio. Il governo, quindi, non lo faranno. Ma anche se lo facessero, cambierebbe poco. Quello che hanno in testa (falso Keynes in salsa latino americana) è un esperimento socio-economico già provato: nessuno dei suoi protagonisti, come è stato scritto, è però qui per raccontarcelo (fuggiti con la cassa, in galera, scomparsi nelle foreste pluviali).

I grillini, si dice, hanno vinto perché hanno spiegato ai meridionali che daranno davvero a loro 700 euro al mese di stipendio anche per stare in spiaggia a prendere il sole e a bere mojito, tutto l'anno. Ma chi paga? I soldi mica crescono nel giardino di Grillo. Li prendiamo ai pensionati. Bene. Ma non bastano. Insomma: se il Sud sta in spiaggia e aspetta l'assegno di Di Maio, qualcuno deve pur produrre qualcosa (una scarpa, una biella, un paio di jeans). Ma chi? I tontoloni del Nord? Sempre loro? Non è che poi si incazzano a mandano Grillo e Di Maio a Vaffa?

In realtà, si sarà capito, vedo Di Maio messo molto male. Ha appena vinto, ma, come si diceva una volta, ha vinto una lotteria con premio zero: due vecchie pantofole del comico, un cappellino, uno scolapasta per le manifestazioni in piazza. Gli ci vorrà qualche settimana per capirlo, ma lo capirà, persino lui. Il finale sarà dei due che, come i fratelli De Rege, si mettono in fila davanti alla porta di Renzi: «Facci fare il governo... «. E lì mi aspetto una versione toscanissima del Vaffa, sonora e potente.

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