BORDIN LINE. Un problema giudiziario fotografa il problema della sinistra italiana

Due visioni contrapposte, nelle parole dell’ex membro del pool antimafia Di Lello e in quelle del procuratore generale Scarpinato

di Massimo Bordin 22 Maggio 2018 www.ilfoglio.it

Un problema giudiziario fotografa il problema della sinistra italiana

Domenica, intervenendo con un messaggio videoregistrato alla conferenza indetta dal Partito radicale sul caso del generale Mori, l’ex membro del pool antimafia di Falcone e Borsellino, Giuseppe Di Lello, riferendosi all’impianto teorico del processo sulla trattiva, ha criticato “una ricostruzione della storia d’Italia basata sul terrorismo, la mafia, la CIA, i servizi deviati, come se la storia d’Italia fosse una storia criminale mentre è una storia di resistenza fatta di lotte democratiche”. Poi Di Lello ha aggiunto anche altre cose assai interessanti, ma quello qui riportato è forse il cuore del discorso che va confrontato con quanto ha detto il procuratore generale Roberto Maria Scarpinato ieri in un convegno a Palermo: “Questo è un paese che non è riuscito a sapere la verità sulla strage di Portella della Ginestra del 1947, che inaugurò la strategia della tensione in Italia. Un paese che non è riuscito a conoscere la verità sulle stragi neofasciste. La storia dei depistaggi arriva fino ai nostri giorni. E il processo a borsellino è una somma di tutti i depistaggi della storia italiana”. Sia Di Lello sia Scarpinato sono di sinistra. Di Lello è stato anche parlamentare del PRC e ora scrive sul Manifesto, Scarpinato non ha mai lasciato la toga ma la sua impostazione culturale è facilmente leggibile. Di Lello giudica fantascientifica la tesi del processo sulla trattativa, Scarpinato la sostiene. Soprattutto, il loro approccio alla storia d’Italia è antitetico come si può facilmente notare dalle citazioni. Non è solo un problema giudiziario, né lo è principalmente.

Più che altro è la fotografia del vero problema della sinistra italiana.

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