Se adesso l'Europa ci restituisce i migranti lo si deve al centrosinistra

La vita politica italiana è basata sull'imbroglio, spesso gridato per non consentire alla gente di capire la vera natura dell'informazione truccata

di Pierluigi Magnaschi, 10.10.2018 www-.italiaoggi.it

La vita politica italiana è basata sull'imbroglio, spesso gridato per non consentire alla gente di capire la vera natura dell'informazione truccata. Credo che il compito di una stampa seria (e ItaliaOggi intende fare questo tipo di giornalismo) sia quello non di schierarsi a favore di uno o dell'altro dei contendenti ma di cercare di separare i fatti (dopo averli chiariti) dalle opinioni. I fatti sono importanti. Le opinioni pure. Frullandoli assieme si raggiunge invece l'obiettivo di intorbidire le acque che è la finalità, sempre da loro negata ma sempre da loro praticata, di molti (troppi) commentatori politici. Prendiamo, ad esempio, il caso del rimpatrio dalla Germania di un primo lotto di un centinaio di immigrati clandestini che si erano infiltrati nel paese di Angela Merkel dopo essere sbarcati in vario modo sulle coste italiane. Che questo rimpatrio non sia poi stato effettuato, per alcune complicazione occasionali, non vuol dire che non sarà effettuato in futuro.

Anzi, si calcola che nella sola Germania ci siano almeno 70 mila immigrati che Berlino ha il diritto di rinviare in Italia. E che, prima o poi, lo farà. E (questa non è una considerazione politica ma semplicemente fattuale), se la Germania non riuscirà a realizzare questo controesodo, questa clamorosa restituzione al mittente mai vista prima nella storia di un paese civile, è solo perché oggi, in Italia, c'è un ministro dell'interno come Matteo Salvini che è disposto a mettersi di traverso anche a un accordo internazionale quando questo è palesemente iniquo ed è stato approvato da dei rappresentanti italiani incapaci di intendere e di volere.

Se oggi a Palazzo Chigi ci fosse ancora Renzi o un esponente del centrosinistra, i rimpatri non ce li risparmierebbe nessuno perché è stato il centrosinistra italiano che, approvando il Trattato di Dublino, ha messo nelle mani degli altri paesi europei il diritto (dico il diritto) alla restituzione degli immigrati nel paese della loro «prima penetrazione». Che, guarda caso, è quasi sempre l'Italia. La piddina Alessia Marani, con una dichiarazione resa all'Ansa, ha chiarito bene il livello di intossicazione informativa che il Pd vuol diffondere per distogliere l'opinione pubblica dall'attenzione sulle scelte sciagurate che il Pd stesso ha fatto su questo tema. La Marani ha infatti detto che «la restituzione degli immigrati dalla Germania è la conseguenza della politica isolazionistica di Salvini». Le cose non stanno assolutamente così, sul piano di fatti.

È infatti l'Italia del centrosinistra che ha approvato il Trattato di Dublino sugli immigrati, anche se poteva molto facilmente non approvarlo, visto che questi trattati, per poter essere perfezionati, hanno bisogno dell'unanimità dei paesi votanti. Quindi se l'Italia non l'avesse approvato (e se Salvini fosse stato l'allora ministro dell'Interno non lo avrebbe sicuramente approvato) il Trattato sarebbe decaduto prima di vedere la luce. Certo, ci sarebbe stata, anche allora, una buriana a Bruxelles contro l'Italia. Sarebbe stato detto, anche allora, che l'Italia si sottraeva alla solidarietà comunitaria (che tale, in quel momento, non era). Ma la reprimenda sarebbe stata fatta da un paese come la Francia che non ha esitato di far saltare, non il Trattato di Dublino, ma addirittura il progetto della Costituzione europea.

Che cosa il centrosinistra italiano ha approvato con il Trattato di Dublino che adesso non può essere modificato, perché sarebbe come voler re-immettere la pasta dentifricia in un tubetto dopo averla fatta uscire? Il Trattato dice che gli immigrati extracomunitari sono considerati cittadini del paese europeo dove essi sono penetrati e dove essi sono stati identificati. E quindi costoro, se dal paese di ingresso si sono poi infiltrati in altri paesi europei, questi (quando vengono scoperti) possono essere restituiti automaticamente (attenzione a questo avverbio, che è implacabile) nel paese di primo approdo che, in pratica, possono essere, fra i 28 paesi europei, solo i tre paesi che hanno frontiere marittime e cioè, in ordine di importanza, l'Italia, la Grecia e la Spagna.

Invece gli altri paesi europei, avendo solo frontiere terrestri, possono facilmente ed ermeticamente presidiarle con dei muri in cemento o dei reticolati che infatti sono stati costruiti ovunque, spesso con l'aiuto economico della Ue, che blinda così, con i soldi di tutti (anche degli italiani) i paesi con confini terrestri verso il mondo extracomunitario mentre lascia aperti i confini marittimi che oltretutto sono difficilmente presidiabili come ha dimostrato il governo Prodi quando, nel far avvicinare da una nave militare un barca carica di albanesi nel canale di Otranto, ne fece annegare 184 in un colpo solo.

Le organizzazioni caritative di welfare italiane hanno negli ultimi anni (contravvenendo a quello che dice il Trattato di Dublino) organizzato un'imponente e illegale passatoia di immigrati dall'Italia agli altri paesi Ue. Per esempio l'assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, il pd Pierfrancesco Majorino era arrivato a farsi bello sul Corriere della Sera dicendo che il suo assessorato aveva facilitato l'emigrazione verso gli altri paesi europei degli immigrati che stazionavano in Italia per toglierli dal ciondolamento davanti alle stazioni ferroviarie o sui luoghi di spaccio della droga che suscitavano allarme sociale di cui non poteva non tenere conto. In pratica, Majorino (che adesso, su questo tema, sta muto come un pesce) ha spazzato questi ragazzi sotto il tappeto dei paesi vicini, violando un Trattato internazionale solennemente approvato dal suo partito.

Anche il responsabile della Caritas ambrosiana, dieci giorni fa (ma adesso se ne guarderebbe bene dal ripeterlo) disse ufficialmente che non esisteva un problema di immigrati in Italia («sollevato ad arte dai partiti xenofobi») perché, grazie anche alla Caritas, questi proseguivano il loro viaggio verso il Centro Europa. Entrambi non tenevano conto che fornivano agli altri governi europei l'occasione di respingere ciò che l'Italia rifilava loro. Infatti grazie a Dublino, un immigrato scoperto in un altro paese europeo può essere restituito al paese di ingresso (cioè quasi sempre l'Italia) senza nemmeno passare per la magistratura, come deve fare l'Italia quando vuole rimandarli nel paese d'origine (che tra l'altro non si conosce quasi mai quale esso sia perché gli immigrati distruggono i documenti di identità o forniscono false generalità).

Se adesso, con l'affermarsi dovunque di partiti sovranisti, i governi dei vari paesi europei (anche quelli più a sinistra) sono costretti dai loro elettori ad alleggerire la presenza di immigrati irregolari attraverso i respingimenti, questo non lo si deve alla Lega ma al centrosinistra che, approvando il Trattato di Dublino, ha fornito loro lo strumento giuridico per poterceli restituire automaticamente, senza alcuna fatica e nel rispetto delle norme internazionali.

Lo scenario quindi è plumbeo. Siccome è impossibile cambiare all'unanimità il Trattato di Dublino (che non andava fatto) l'alternativa alle centinaia di migliaia di restituzioni attualmente possibili può solo essere il blocco degli atterraggi in Italia da parte di questi charter che li riporterebbero nel nostro paese. Sarebbe, questa, una misura estrema, al limite di un atto di guerra fra paesi fratelli. E se si è arrivati a questo punto (anche se ad impossibilia nemo tenetur a fare l'impossibile nessuno è tenuto) la responsabilità è solo del governo italiano di centrosinistra che ha approvato con infinita leggerezza il Trattato di Dublino che è profondamente iniquo e vessatorio per l'Italia, vera antitesi della solidarietà che dovrebbe esistere fra i vari paesi della Comunità europea. Che, non a caso, si chiama Comunità.

Pierluigi Magnaschi

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata