La Spagna vuole la Sesta Flotta

Ma Trump ha già scelto l’Italia

OTT 15, 2018 LORENZO VITA www.occhidellaguerra.it

In questi giorni, Pablo Casado, leader del Partido popular (ora all’opposizione in Spagna) ha inviato un messaggio agli Stati Uniti che riguarda molto da vicino l’Italia. Come riporta la testata iberica El Confidencial Digital, il capo del centrodestra spagnolo ha suggerito che la Sesta Flotta degli Stati Uniti si trasferisca dall’Italia alla base di Rota. Una decisione che Casado ha definito “probabile, ora che il governo italiano mostra segni di non essere un governo affidabile perché governato da populisti”.

 

Casado ha lanciato questa proposta durante un atto del Partito popolare a Jerez de la Frontera, estremo Sud della Spagna. Lì dove a pochi chilometri sorge la base Nato di Rota: una delle più importanti dell’Alleanza atlantica nel Mediterraneo. Per il leader del Pp, Rota è “la base più competitiva in Europa”. E spera che questo comporti, nel tempo, lo spostamento della Flotta statunitense della basi italiane a quella spagnola.

Una proposta interessante per il suo significato politico. E che fa capire quanto a Madrid siano interessati (a destra) a tessere una trama che avvicini la Spagna agli Stati Uniti e leda la centralità strategica dell’Italia. Il Pp, rimosso dal governo dopo il ribaltone in favore di Pedro Sanchez e cambiata la leadership del partito con la caduta di Mariano Rajoy, ha intrapreso una linea molto più affine ai movimenti di destra europei.

In questa linea, c’è anche la volontà di saldare di nuovo l’asse con Washington: in particolare con Donald Trump. E per tendere la mano all’attuale amministrazione americana, non c’è niente di meglio che toccare le corde della Difesa: vero pallino di Washington.

Ma Casado, a proposito di flotta, rischia di infrangersi sugli scogli di un rapporto ormai sempre più intenso fra Trump e governo italiano. E il fatto che Casado parli di “governo populista” in Italia come motivo di fuga da parte della Sesta Flotta rischia di rivelarsi un boomerang più che un invito serio.

Invito che dagli Stati Uniti hanno già fatto capire di non essere particolarmente favorevoli ad accogliere. Non solo perché appare irrealizzabile da un punto di vista tecnico, ma anche perché del tutto anacronistico visto l’idillio fra Washington e Roma in questa particolare fase di transizione politica in America e in Unione europea.

Da un punto di vista tecnico, il capo del centrodestra dimentica che la Sesta Flotta non ha solo una base in Italia, ma diverse basi operative. Spostare la flotta Usa in Spagna non si traduce nel trasferimento di una singola struttura, ma implica la creazione di una nuova serie di basi e conseguenti infrastrutture in tutto il Paese.

Ed è per questo motivo che gli alti ufficiali dell’Armada, seppur affascinati dall’ipotesi, hanno subito evidenziato le lacune dell’offerta presentata dal capo del centrodestra. La Sesta Flotta ha la propria base a Napoli: ma ha anche tutta una serie di centri operativi dislocati in altri porti italiani. Parliamo di migliaia di uomini e mezzi che hanno nel nostro Paese strutture già adeguate e perfettamente funzionanti. E che il Pentagono non ha alcuna intenzione di abbandonare vista anche la posizione della penisola italiana, al centro del Mediterraneo.

Ma oltre a questi motivi di natura tecnica, sono quelli strategici e politici a far capire che i tentativi dell’opposizione, in Spagna, risultano vani. Se infatti l’Italia, per Casado, non è affidabile, la Spagna, per gli Stati Uniti, lo è ancora di più. È questa, a grandi linee, la risposta data dal Pentagono ai funzionari dell’Armada. L’ambasciatore americano alla Nato, Kay Bailey Hutchison, (in maniera molto diplomatica) ha detto che Washington “valuterà qualsiasi proposta” di ricollocare la base della Sesta flotta assegnata al Mar Mediterraneo. Ma non sembra essere prioritario per nessuno.

Politicamente instabile, con forti spinte secessionistiche e con un governo molto più europeista che filo-atlantico, la Spagna appare molto meno interessante dell’Italia nei piani di Washington. E il fatto che al governo ci sia (e possa riproporsi) un’alleanza fra Partito socialista e Podemos, che per anni ha contestato gli accordi militari fra Spagna e Stati Uniti, ha fatto raffreddare gli animi del Pentagono, che voleva rendere Rota e Morón de la Frontera basi di primo livello della Nato.

A questi dubbi del Pentagono, si aggiunge poi l’attuale sinergia fra il governo di Giuseppe Conte e l’amministrazione Trump. Ed è anche per questo che la proposta di Casado non sembra sia destinata a smuovere l’interesse dell’altra sponda dell’Atlantico. Dall’insediamento del governo Lega-Cinque Stelle, l’occhio di Washington si è posato su Roma. E sono ormai numerose le volte in cui il governo americano ha manifestato di aver trovato nell’esecutivo italiano uno dei maggiori alleati europei.

Difficile credere che Trump possa fare uno sgarbo a Conte, né che il Pentagono abbandoni l’Italia. Alle porte dei Balcani, al centro del Mediterraneo, non troppo lontana dai teatri operativi mediorientali, e con una forte maggioranza parlamentare filo-statunitense, l’Italia, per gli Stati Uniti è il ponte perfetto per l’Europa e per il Mediterraneo.

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