Anpal, la commedia dell’assurdo: ora arriva il nuovo direttore generale che criticava i “navigator”

Accanto al presidente italoamericano Mimmo Parisi, la Lega ha tirato fuori la carta politica del nuovo direttore generale dell’agenzia: Gianni Bocchieri, attuale direttore del settore Istruzione, formazione e lavoro della Lombardia. Che a dicembre criticava i navigator e il modello Mississippi

Lidia Baratta, 27.3.2019 www.inkiesta.it

Dai ministeri all’Inps, lo schema del manuale delle nomine suddivise tra Cinque Stelle e Lega si ripete. Anche per Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive che dovrà occuparsi dei navigator di supporto al reddito di cittadinanza. Accanto al presidente italoamericano Mimmo Parisi, il guru dei Big Data arrivato dal Mississippi e voluto da Luigi Di Maio, la Lega ha tirato fuori la carta politica del nuovo direttore generale dell’agenzia: Gianni Bocchieri, attuale direttore centrale per le politiche su Istruzione, formazione e lavoro delle Regione Lombardia a traino leghista, vicino a tutto il centrodestra lombardo.

È stato il Carroccio, non a caso, ad aver voluto prorogare lo schema di governance di Anpal, per la quale inizialmente era stata pensata invece la soppressione della figura del direttore generale. Bocchieri, la cui nomina ormai è quasi certa, andrà a sostituire Salvatore Pirrone, scelto nel 2016 dal governo Renzi. Ragusano, ex dirigente di Adecco, ha una lunga carriera alle spalle nel mondo della formazione, prima in Sicilia, poi a livello nazionale. È stato capo della segreteria tecnica del ministero dell’Istruzione guidato da Mariastella Gelmini e direttore generale di Invalsi. Il suo nome è prima di tutto legato a quello di Forza Italia, e per questo è uomo gradito non solo alla Lega per presidiare il recinto grillino del reddito di cittadinanza.

Il nuovo dg porta a Roma le buone relazioni con le Regioni e la conoscenza della macchina amministrativa e normativa, di cui Parisi è praticamente privo. Nei giorni dello scontro con il governo sulle assunzioni dei navigator, Bocchieri era dalla parte delle Regioni.

Ora, da Milano, metterà in valigia soprattutto l’esperienza della Dote unica lavoro (Dul) lombarda, considerato fiore all’occhiello delle politiche attive in Italia, con quasi mille enti privati accreditati e decine di migliaia di collocamenti. Un sostegno all’inserimento e alla riqualificazione professionale, che funziona grazie soprattutto alla collaborazione con il mondo delle agenzie per il lavoro private. Tra gli operatori accreditati alla Dul, compaiono i big del settore. Ed è questa rete di contatti con i privati che Bocchieri dovrà portare in dota ad Anpal, se si vorranno far decollare le proposte lavorative da sottoporre ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Cosa di cui tra l’altro i Cinque Stelle si sono accorti solo dopo l’indagine della Commissione Lavoro del Senato, che ha scoperchiato lo stato in cui versano i centri per l’impiego.

Senza i database degli enti privati, insomma, difficilmente arriveranno le famose offerte di lavoro congrue. Con il solito rischio del “gaming” dietro l’angolo però: ovvero le commesse delle assunzioni dei lavoratori, già affidate dalle aziende alle agenzie private accreditate, “riciclate” come politiche attive per il reinserimento dei disoccupati.

Su Libero lo scorso 7 dicembre firmava un articolo dal titolo “Non serve copiare dal Mississippi il collocamento”, criticando persino la scelta del termine navigator

Ma di certo Bocchieri non è l’uomo dell’innovazione adatto a contribuire alla creazione di una piattaforma digitale dei centri per l’impiego, che invece Mimmo Parisi vorrebbe creare sul modello del software Mississippi Works creato negli Stati Uniti. La formula della Dul lombarda è basata sugli sportelli territoriali e non certo sull’incrocio dei Big Data.

Tradizione e innovazione, quindi. La convivenza tra i due potrebbe essere complementare o, nel peggiore dei casi, fare scintille. Bocchieri non sarà un funzionario qualunque all’ombra del super presidente arrivato dal Mississippi. L’ex capo della segreteria della Gelmini è un dirigente politico, indicato inizialmente anche nel totonomine della presidenza di Anpal, ed esperto della materia, di cui scrive per quotidiani come Il Sole 24 Ore, Libero e Il Giornale.

Proprio su Libero lo scorso 7 dicembre firmava un articolo dal titolo “Non serve copiare dal Mississippi il collocamento”, criticando persino la scelta del termine navigator: “Chiamare navigator i nuovi tutor orientatori dei percettori del reddito di cittadinanza si presta a facili ironie, considerando che è anche il titolo di un film di fantascienza degli anni ‘80”, scriveva. “Allo stesso modo, rischia altre ironie sicuramente più intellettuali richiamare l’esperienza del Mississippi (2,9 milioni di abitanti), finora fuori da ogni radar del confronto internazionale, quando in Italia tutto quello che il ministro (Di Maio, ndr) ha raccontato è stato già realizzato in una Regione che ha più di quattro volte gli abitanti dello Stato di Tom Sawyer e Huckleberry Finn”. Le premesse di convivenza con Parisi, insomma, sono tutt’altro che rosee.

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