Salvini flop: bye bye elezioni e a Chigi meglio Conte. La versione di Augusto Minzolini

Il piano per liberarsi dei Cinque Stelle e andare all’incasso a ottobre gli si sta sgretolando fra le mani.

Francesco Bechis 16.8.2019 www.formiche.net

Salvini flop: bye bye elezioni e a Chigi meglio Conte. La versione di Augusto Minzolini

Il giornalista del Giornale a Formiche.net: Salvini ha sbagliato tutto, è stato il Quirinale a metterlo alle strette. Cantone premier? Meglio Conte. È più affidabile. E, un po' come Forlani, sta sempre al centro

Elezioni addio. Ogni giorno che passa allontana Matteo Salvini dalle tanto agognate urne. Il piano per liberarsi dei Cinque Stelle e andare all’incasso a ottobre gli si sta sgretolando fra le mani. Nel frattempo, ci spiega Augusto Minzolini, già direttore del Tg1, oggi firma di punta de Il Giornale, il governo Conte-bis inizia a prendere forma con il beneplacito dei dem.

Salvini s’è incartato?

Non l’ho proprio capito. Ha fatto una mossa politicamente e tecnicamente insulsa. Tant’è che sta cercando di tornare indietro.

Ci riuscirà?

È un azzardo, non ci sono le condizioni per un girone di ritorno. I Cinque Stelle non manderebbero giù il boccone.

Il voto a ottobre è sfumato?

Questa è l’unica cosa certa. Il 20 Conte riferirà in Parlamento, poi si aprirà un dibattito che potrebbe protrarsi fino al 21-22. Nel mentre andranno avanti le trattative fra grillini e dem per esplorare tutte le possibilità. I tempi per la finestra autunnale sono già scaduti.

Perché Salvini era tanto convinto di riuscirci?

Era sicuro di aver raggiunto un accordo con Nicola Zingaretti per le elezioni anticipate, ma ha fatto male i conti, perché il segretario dem non controlla i gruppi parlamentari. Non solo. È un ex Ds, appartiene alla schiera di chi ritiene una grande crociata contro Salvini un dovere morale, le sue scelte sono legate a doppio filo a questo retroterra culturale.

Rompere a giugno avrebbe cambiato le carte?

È quello che gli ha consigliato invano Giancarlo Giorgetti per mesi. Guardiamoci indietro. Questo governo ha avuto solo sei mesi di serenità. Poi è iniziata la lunga scia di appuntamenti elettorali che ha portato alle europee. Quello era l’ultimo treno per Salvini. Ha aspettato troppo, tenendo il Paese in una perenne campagna elettorale.

Cosa ha fatto cambiare idea al leghista?

Il Quirinale. Pochi giorni prima della crisi Sergio Mattarella ha fatto capire a Salvini che se si fosse arrivati alla quarta lettura della legge costituzionale per ridurre il numero di parlamentari il Colle si sarebbe fatto garante della sua attuazione. Non si possono approvare nuove regole e tornare a votare con le vecchie.

E qui Salvini ha realizzato.

I tempi sarebbero stati lunghissimi. Una schiera trasversale di peones avrebbe sicuramente chiesto un referendum. Tra campagna elettorale, voto e riassetto dei nuovi collegi elettorali avrebbero tirato avanti fino a metà maggio 2020, e di lì ancora fino all’anno successivo.

Quindi che opzioni rimangono?

La più accreditata mi sembra un governo Conte bis con una maggioranza diversa.

Il famoso governo di scopo.

Non mi sembra ci sia spazio per un governo di legislatura. L’accordo M5s-Pd reggerà per inerzia grazie alla riforma costituzionale e si baserà su 3-4 punti fondamentali.

Ecco un altro scenario che circola: Raffaele Cantone premier e Conte commissario Ue alla concorrenza.

Conte ci metterebbe la firma, non ne dubito. Ma sarebbe un errore politico per il Pd mettere un giudice a palazzo Chigi. Meglio l’avvocato.

Perché?

Fra i tanti nomi che circolano è il più spendibile e quello che creerebbe meno problemi alla tenuta del patto. Conte in fondo somiglia un po’ ad Arnaldo Forlani: non muove mai niente e si ritrova sempre al centro.

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