BERLUSCONI E SALVINI, QUANTO DURA?

SARÀ SUL SISTEMA DI VOTO CHE SI MISURERÀ LA TENUTA DELL’ASSE LEGA-FORZA ITALIA

Emilio Pucci per “il Messaggero” 20.10.2019 da: dagospia.com

QUALORA SI APRISSERO I GIOCHI PER UN SISTEMA PROPORZIONALE, LA PARTITA DENTRO FORZA ITALIA SI RIAPRIREBBE NUOVAMENTE. E ANCHE CHI ADESSO MOSTRA MALESSERE VERSO IL CAV SENZA ORGANIZZARE UN PIANO B POTREBBE USCIRE ALLO SCOPERTO…

E quelli che non erano in piazza? Rotondi, raccontano in FI, sta chiamando ad uno ad uno gli azzurri che non vogliono morire salviniani ma raccoglie molte porte in faccia, raccontano che la Polverini vorrebbe avvicinarsi a Italia Viva ma anche i più dubbiosi degli attuali equilibri della coalizione nicchiano, perfino molti fedelissimi della Carfagna hanno preferito essere con la Lega e FdI a manifestare contro il governo. In piazza San Giovanni ieri c'erano la maggior parte dei campani, dei pugliesi (non i calabresi ma solo per motivi locali) e molti di quelli che in Parlamento vorrebbero che Forza Italia cercasse una via diversa da quella della destra.

SEPARAZIONE CONSENSUALE

Il piano sotto traccia dei moderati di FI consiste nel chiedere una separazione consensuale a Berlusconi, costruire un progetto parallelo a quello di Italia Viva, anche se nel campo del centrodestra. Tuttavia l'idea, in cantiere da settimane, stenta a decollare. Del resto anche il Cavaliere in un primo momento aveva pensato di potersi distaccare da Salvini e Meloni per poi tornare subito sui suoi passi.

«Lo spazio al centro non c'è», ha spiegato a chi come Letta ed altri avrebbero voluto che non andasse in piazza. E quei pochi fischi ricevuti a causa di un intervento dal palco considerato troppo lungo non ha fatto cambiare idea al Cavaliere. Il prossimo passo è quello dell'accordo alle regionali, con il partito di via Bellerio che potrebbe anche abbattere il muro sulla candidatura di Occhiuto in Calabria (gli azzurri comunque andrebbero da soli) e lasciare a FI la Campania e a FdI Marche e Puglia.

Ma Berlusconi, Meloni e Salvini, con la prova di ieri, hanno messo il primo mattone per un listone unico di centrodestra, anche se il presidente di FdI non intende a priori cedere come ha fatto invece il Cavaliere lo scettro al Capitano. Insomma la fibrillazione in Forza Italia resta, soprattutto per il timore che Salvini possa concedere poco o nulla agli alleati. E anche in Fratelli d'Italia la polemica sui simboli della piazza non è stata completamente digerita.

Ma quel quadro non scontato - alla fine della manifestazione con i tre leader abbracciati, quell'«uniti si vince» ripetuto da Salvini, Berlusconi e Meloni ha spazzato perlomeno per un giorno tutte le liti sul campo. Il leader del partito di via Bellerio ha avuto parole di elogio per «l'amica Giorgia» e per «il fondatore» della coalizione, soprattutto al Cavaliere ha concesso l'onore delle armi. E ha sancito una volta per tutte che sarà lui a dare le carte.

Nel suo intervento non ha mai citato la parola «centrodestra», un segnale che pensa a qualcosa di nuovo, ad un progetto più inclusivo, che parta dal territorio e dagli amministratori, che metta dentro tutte le esperienze civiche. Ma intanto l'operazione ricompattamento è partita e quella parentesi con M5S si è chiusa definitivamente. Anzi Berlusconi e Meloni (quest'ultima ha rilanciato il «patto anti-inciucio») sono convinti che Salvini si sia pentito di aver abbracciato la causa di Di Maio e Conte.

Ed ora l'obiettivo del Capitano sarà proprio quello di disarcionare l'Avvocato del popolo. Chiedendo che venga in Aula «in nome della trasparenza» a riferire sul caso Russiagate. Non che ci sia il convincimento che il governo possa andare a casa neanche dopo il voto in Umbria. «A meno che continua a dire l'ex responsabile del Viminale ai suoi Renzi non lo faccia saltare sul serio». Matteo osserva tutte le diatribe nel governo sulla manovra ma ripone le speranze di un voto anticipato solo nell'altro Matteo. E nel frattempo nell'eventualità che l'esecutivo dovesse durare a lungo - ha convinto i suoi alleati a non intavolare con la Meloni l'accordo era già siglato alcuna trattativa sulla legge elettorale.

PIANO B

Sarà proprio sul sistema di voto che si misurerà il ritrovato asse Lega-FI. Qualora si aprissero i giochi in Parlamento su un sistema proporzionale, la partita dentro Forza Italia si riaprirebbe nuovamente. E anche chi adesso mostra malessere senza organizzare un piano B' potrebbe uscire allo scoperto. Il risultato in Umbria comunque sarà un banco di prova importante. «Il governo scricchiolerà ancora di più», il refrain tra i leghisti mentre in FI molti temono che il partito possa esplodere.

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