No a scorciatoie ideologiche. Gli strali di Forza Italia contro Fioramonti che vuole stoppare l’Eni

Il ministro dell'Istruzione da Madrid annuncia la riconversione totale per Eni e una moratoria per le nuove ricerche di fonti fossili. Ma “dimentica” il ruolo del Cane a sei zampe a Cipro e nell'Eastmed

Francesco De Palo 12.12.2019 formiche.it

Il ministro dell'Istruzione da Madrid annuncia la riconversione totale per Eni e una moratoria per le nuove ricerche di fonti fossili. Ma “dimentica” il ruolo del Cane a sei zampe a Cipro e nell'Eastmed

No a scorciatoie ideologiche sul dossier energetico. Forza Italia condanna posizione e postura espresse dal ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti da Madrid, dove in occasione del meeting Cop25 ha annunciato la riconversione totale per Eni, perché “il petrolio va abbandonato”.

NO IDEOLOGIA

Secondo Luca Squeri, responsabile Energia degli azzurri, il piglio ideologico non è lo strumento più adatto per affrontare una materia complessa e delicata come la sostenibilità ambientale che coinvolge i nuovi vettori del gas e l’attività di un player assolutamente strategico come Eni.

“Faccio una premessa – osserva a Formiche.net – essendo stato Fioramonti maldisposto e volgare in molteplici ambiti del dibattito politico, già averlo visto ministro dell’istruzione ha provocato enormi perplessità. Entrando nel merito, la preoccupazione verte sull’approccio di un ministro così fatto ad una tematica così importante come quella della transizione energetica, non solo italiana”.

Il deputato azzurro ricorda che in alcuni seminari a cui ha preso parte, l’ad di Eni Claudio Descalzi ha presentato la sua visione dell’attività relativa ai prossimi anni, basata sul processo di decarbonizzazione “irreversibile”. Nel senso che “non è un caso che gli obiettivi condivisi dalla comunità internazionale siano proprio quelli di giungere al 2050 totalmente senza carbone, per cui un’azienda come l’Eni, che ha il suo core business nella produzione di energia, non può che muoversi in tal senso”.

NUOVE RICERCHE

Il tema però è farlo con diktat, aggiunge, “come quello del ministro Fioramonti che assume la veste di un divieto”. Il riferimento è alla cosiddetta fine dell’oro nero in cui la proposta del grillino di una moratoria di tutte le nuove ricerche di fonti fossili potrebbe avere un impatto sulle attuali attività della compagnia italiana, impegnata in questi mesi nelle trivellazioni del blocco 7 nella zona economica esclusiva di Cipro.

Squeri precisa che non è certo con divieti o forzature che tale azione potrà essere fatta nel migliore dei modi. “Se il ministro Fioramonti studiasse il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, si renderebbe conto che il consumo di gas, che necessita ovviamente di quelle esplorazioni che lui vorrebbe vietare, in realtà è necessario per il percorso verso la decarbonizzazione. Il piano prevede nel prossimo ventennio un aumento dell’uso e del consumo di gas: per cui un conto sono le chiacchiere, un conto è la sostenibilità di progetti ed azioni”.

Secondo il senatore forzista Maurizio Gasparri “la scuola e l’università italiana hanno dinanzi a loro tempi bui con Fioramonti ministro”. E aggiunge: “Inviterei l’Eni e i mercati a considerare l’opinione di Fioramonti per quel che vale. Per cui mi auguro che i mercati sappiano distinguere”.

PIÙ GAS

Il ministro ha aggiunto che il petrolio che Eni ha in pancia “non sarà più una risorsa, ma un costo”. Se è vero che l’obiettivo è meno carbone, aggiunge Squeri, le fonti fossili sino ad allora saranno necessarie, anzi, è lo stesso Piano che mette il gas in cima all’attenzione del Paese. “Per cui parlare di dismissioni è in primis da ignoranti e in seguito può provocare reazioni negative anche in Borsa, soprattutto se in riferimento ad un’azienda che ha una rilevante partecipazione statale. Sono dannosi quei ministri che interferiscono in modo sbagliato su quell’attività”.

Gas e Cipro inoltre fanno rima con il gasdotto più lungo di sempre, l‘Eastmed, che condurrà il gas da Mediterraneo orientale in Salento: si tratta del gasdotto più lungo in assoluto, ovvero 1.250 miglia attraverso condotte terrestri e sottomarine, del costo di sei miliardi di euro, in grado di trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno anche per via del fabbisogno europeo, che accusa un trend di crescita di 100 miliardi di metri cubi annui entro il 2030. Il primo tratto si snoderà a circa 170 chilometri dalla costa meridionale di Cipro e si estenderà per duemila chilometri fino alla Puglia attraverso Creta e la Grecia continentale. I lavori inizieranno nel 2019 e dureranno cinque anni.

twitter@FDepalo

Commenti   

#1 riki 2019-12-12 16:01
12:07 Fioramonti aveva detto che si sarebbe dimesso se non avesse trovato 3 miliardi per la scuola. Non li ha trovati ma è sempre lì.
Nonnopiero

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