COME DAGO-ANTICIPATO, IL M5S HA RECAPITATO IL SUO ULTIMATUM A CONTE:

SE ACCETTA IL MES SENZA MODIFICHE, NOI LASCIAMO IL GOVERNO –

24.4.2020 dagospia.com e da La Stampa.it lettura 2’

LA FAGLIA CHE SI APRE ALL' INTERNO DELLA MAGGIORANZA È TALE DA COSTRINGERE IL REGGENTE CRIMI A TELEFONARE AL PREMIER PER SPIEGARE LE DIFFICOLTÀ DEL MOVIMENTO NEL TENERE LA LINEA DI PALAZZO CHIGI: ''SÌ AI CORONABOND, MA NON CON LE CONDIZIONI CAPESTRO DEL MECCANISMO''

DAGOSPIA, IERI: DI MAIO HA MINACCIATO A BRUTTO MUSO LA POCHETTE CON LE UNGHIE: “SE SI ACCETTA IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), M5S ESCE DAL GOVERNO”

https://m.dagospia.com/l-altro-giorno-il-governo-conte-bis-e-stato-sul-punto-di-saltare-di-maio-ha-minacciato-l-uscita-230946

IL MOVIMENTO AVVISA CONTE: NO AL MES COSÌ COM' È

Federico Capurso per “la Stampa”

«Se qualcuno, per risollevarci dall' emergenza, pensa di portare in Italia la troika di Bruxelles, ci saranno problemi seri per il governo». La minaccia arriva dal corpaccione parlamentare del Movimento 5 stelle ed è indirizzata, senza troppi veli, al premier Giuseppe Conte. Nel mirino c' è la sua idea di facilitare l' emissione straordinaria di Coronabond facendoli passare dal Meccanismo europeo di stabilità. Attingere al fondo Salva-stati - denunciano i Cinque stelle - porrebbe l' Italia di fronte all' obbligo di firmare un memorandum d' intesa con la Ue in cui inserire tagli e riforme strutturali: «Sarebbe, di fatto, un commissariamento; uno sciacallaggio, nel momento del bisogno».

La faglia che si apre all' interno della maggioranza è tale da costringere il reggente del partito, Vito Crimi, a telefonare al premier, ieri mattina, per spiegare le difficoltà del Movimento nel tenere la linea di palazzo Chigi. «Sì ai Coronabond, ma non attraverso l' attuale meccanismo del Mes, che comporta delle condizionalità», è la posizione del M5S che emerge al termine del colloquio.

L' invito a Conte è quello di provare a forzare in sede europea per escludere vincoli pesanti e, contemporaneamente, insistere sull' iniezione di liquidità da parte della Bce. Ma il dubbio che il premier rimanga stretto nella morsa dei falchi del rigore guidati da Olanda e Germania, in un momento di difficoltà del Paese, tiene il gruppo grillino in allerta.

Tanto da far ventilare, da parte dei Cinque stelle più barricaderi, l' ipotesi di un' uscita dalla maggioranza.

Lo stesso Crimi, nel pomeriggio, esce allo scoperto e affonda: «Il Mes è una delle zavorre di cui ci dobbiamo definitivamente liberare. L' Europa dell' austerità resiste, non ha ancora mollato gli ormeggi. Se non si deciderà a farlo una volta per tutte, questa sarà la sua condanna». La fazione pentastellata contraria alla ricetta del premier, d' altronde, è numerosa, seppur con diverse sfumature al suo interno. I membri M5S di governo si dicono tranquilli: «Domani (oggi, ndr) non si deciderà nulla. E poi anche Conte e Gualtieri hanno sottolineato di essere contrari a condizionalità».

Ma le rassicurazioni non attecchiscono sul gruppo parlamentare, messo sotto pressione da Lega e Fratelli d' Italia, che chiedono di stracciare il trattato.

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