Scuola, da lunedì 3 studenti su 4 in Dad: M5s e sindaci contro il Dpcm di Draghi

Il premier lavora alle risorse per i congedi parentali per venire incontro alle famiglie. Lo scontro in Cdm con i ministri del governo Conte contrari alle chiusure. Lo sfogo del premier: per un anno avete agito senza una ratio precisa, ora dobbiamo adeguare le misure agli eventi

SIMONE CANETTIERI 04.3.2021 ilfoglio.it lettura2’

Hai voglia a dire che “la scuola non chiude” e a rilasciare interviste per informare che la parola Dad “non gli piace” e che gli “insegnanti sono presenti”. Ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi si ritrova adesso dall’altra parte della barricata con tre studenti su quattro (circa sei milioni) che da lunedì rischiano di ritornare a casa, altro che classe. Un fatto su cui il M5s, a partire da Lucia Azzolina, sta facendo fuoco e fiamme. Una scelta così combattuta che l’altro giorno ha fatto sbottare perfino Mario Draghi. Davanti al governo spaccato, il premier ha usato parole definitive.

Con le delegazioni riunite e litigiose davanti alla chiusura del dpcm che prevede una stretta sulle scuole, al di là di chi è dentro le zone rosse, Draghi è stato perentorio: “Per un anno avete agito senza una ratio precisa. E dunque è difficile averla ora. E’ inevitabile procedere anche a tentativi, adeguando le misure al variare degli eventi”. E sì, perché il Cts è da sempre contrario alla Dad (in quanto sostiene che le scuole non siano un veicolo del virus), ma era stato chiamato a dare un parere solo su questo argomento. (“se ce lo avessero chiesto sui negozi o i centri commerciali avremmo fatto e detto altrettanto”, dicono dal Comitato tecnico scientifico). E il tema di non ritornare alla Dad, lasciando la scelta ai governatori o ai sindaci che hanno 250 contagiati per 100mila abitanti, è stato sollevato con forza anche dal M5s (con Stefano Patuanelli) e dal ministro Roberto Speranza. Ma alla fine l’asse Giorgetti-Gelmini ha avuto la meglio. Soprattutto dopo le parole di Draghi.

“Non esistono nodi politici, ora si va avanti - gettano acqua sul fuoco a Palazzo Chigi - dalla prossima settimana inizieremo a lavorare sulle misure a sostegno dei congedi parentali”. Risorse che potrebbero arrivare fino a 200 milioni di euro. Le parti, si diceva prima, adesso si sono invertite. Bianchi, che fu consulente e poi voce critica contro Lucia Azzolina, parla di “scelta dolorosa e inevitabile”.

L’ex ministra grillina invece affonda: “Leggendo il dpcm, emerge una realtà semplicissima: oggi è molto più facile chiudere scuole e presto andranno tutte in Dad”. Il M5s, per la prima volta da quando è nato questo esecutivo, attacca il quartiere generale, Palazzo Chigi. E contesta: “E’ un passo indietro rispetto alla gestione della pandemia”. Addirittura, e questa è un’altra novità da registrare, anche Antonio De Caro, presidente dell’Anci in quota Pd, dice che “questo dpcm incoraggia la movida e chiude le scuole”.

Cade così il tabù dell’incontestabilità del nuovo governo anche per i grillini. Un esercizio finora solo ad appannaggio di Matteo Salvini. E Bianchi si ritrova a barcamenarsi tra l’ipotesi di prolungare l’anno scolastico oppure no. E intanto spiega: “Non si tratta di ore ma di contenuti. Vanno visti persona per persona. Va riaperta una scuola nuova che non lasci indietro nessuno”. Va bene, e quindi?44

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