1 - VIA LIBERA DEL GARANTE AL MOVIMENTO CONTE: «SI PARTE». CASALEGGIO FA MURO

Casaleggio, ma la decisione non indica chi sia la persche riveste il ruolo di rappresentante legale, quindi il legittimo titolare dei dati al quale Rousseau può consegnarli».

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera” dagospia.com

Cinque giorni per restituire i dati degli iscritti al Movimento: il garante della Privacy si esprime sul ricorso d' urgenza presentato da Vito Crimi per sbloccare lo stallo con Rousseau. E dà ragione al Movimento.

L' Authority chiede all' associazione milanese di fornire i dati ai Cinque Stelle perché in quanto titolare del trattamento il Movimento ha «diritto di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali».

I pentastellati esultano e pungono Davide Casaleggio: «Dispiace aver perso tempo a causa degli ostacoli che in maniera strumentale sono stati messi in campo da qualcuno per rallentare il processo di rifondazione del Movimento a cui sta lavorando Giuseppe Conte». L' ex premier a sua volta ribadisce che «il provvedimento del Garante della privacy fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le ragioni del Movimento. Ora si parte, si guarda avanti».

La comunicazione dei pentastellati invita i parlamentari a sostenere e rilanciare la notizia. «La pronuncia del Garante è chiarissima e sgombra il campo da ogni tipo di rivendicazione sulla titolarità dei dati degli iscritti - commenta il capogruppo M5S al Senato, Ettore Licheri -. Adesso, come ha giustamente detto Giuseppe Conte, non c' è altro tempo da perdere».

Mentre la vicepresidente del Senato Paola Taverna attacca «l' insensata resistenza dell' associazione Rousseau», che «ci ha fatto perdere tempo prezioso». Luigi Di Maio, invece, prova a guardare un po' più avanti, in prospettiva. Sottolinea che Conte è «al timone» del M5S e cerca una via verso il dialogo: «Scontri e ricorsi ci allontano dai cittadini», sostiene l' ex capo politico che teme un calo di consensi per via delle liti con Rousseau.

Davide Casaleggio, d' altronde, replica a stretto giro, facendo intendere che i nodi sono tutt' altro che risolti. Precisa anzitutto come la pronuncia dell' Authority sia avvenuta in una «inusuale modalità monocratica», ossia decisa «dal solo avvocato Pasquale Stanzione, scelto durante lo scorso governo Conte».

Poi mette in chiaro quello che a suo dire è il vulnus della situazione. «Il Garante non specifica nel suo atto e nella sua disposizione l' aspetto fondamentale ossia indica di consegnare genericamente i dati al M5S, ma non indica chi sia la persona che riveste il ruolo di rappresentante legale, quindi il legittimo titolare dei dati al quale Rousseau può consegnarli».

«Oggi stesso - prosegue Casaleggio - chiederemo al Garante della Privacy di indicarci la persona alla quale consegnare i dati del Movimento e che lui, quindi, ritiene essere il titolare e rappresentante legale del Movimento». Una mossa che in verità complica le cose ancor di più.

Diverse fonti fanno notare come non sia tra i compiti del garante stabilire il legale rappresentante e nel Movimento c' è chi sottolinea come il mandato di Crimi anche secondo i dettami indicati da Beppe Grillo sia scaduto da oltre un mese. Insomma, eventuali ricorsi sono alle porte.

 

E lo stesso Casaleggio, che indica una terza via per risolvere lo scontro - un percorso che passa dalla votazione del comitato direttivo e dal saldo del «debito» - li evoca: «Qualunque strada diversa da quella indicata - come prendere la lista degli iscritti e votare su altra piattaforma - creerebbe notevoli problemi mettendo in atto ennesime violazioni dello Statuto e creando una situazione di stallo completo, almeno giuridico, del Movimento». E ricorda: «Per candidarsi bisogna essere iscritti e Conte non è iscritto».

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