1-Il gioco di Salvini. Spinge Berlusconi, chiude a Draghi, tratta anche con la sinistra

2-Caro Corriere, la folle candidatura del Cav. merita il premio “riformatori & rivoluzionari”-

14.1.2022 Caruso e Ferrara ilfoglio.it lett.3’

1-Salvini. Conferma che il suo candidato è il Cav. e lascia la parte dei sabotatori a Pd e Fdi. In segreto ha pronti altri nomi (compreso Draghi, anche se dice "deve rimanere a Palazzo Chigi"). La sinistra gli offre una nuova legge elettorale anti Meloni

Conferma che il suo candidato è il Cav. e lascia la parte dei sabotatori a Pd e Fdi. In segreto ha pronti altri nomi (compreso Draghi, anche se dice "deve rimanere a Palazzo Chigi"). La sinistra gli offre una nuova legge elettorale anti Meloni

Sta cercando anche lui “l’amante” ma gli promette: “Silvio, sei tu lo sposo”. E garantiscono che oggi, quando Matteo Salvini incontrerà Berlusconi, insieme a Giorgia Meloni, per il vertice del centrodestra, gli chiederà di scorrere la lista dei suoi grandi elettori e che poi, ma sempre con affetto, gli suggerirà: “Per noi non c’è che il tuo nome per il Quirinale ma devi essere il primo ad averne un altro dopo il tuo”. Ieri, il leader della Lega ha dichiarato che “il centrodestra è compatto nel sostegno a Berlusconi” ma non è forse Berlusconi ad avere insegnato che in politica l’unica ideologia è il libertinaggio?... CARMELO CARUSO 14 GEN 2022

-Caro Corriere, la folle candidatura del Cav. merita il premio “riformatori & rivoluzionari”

    

Date pure il Colle a Draghi. Ma riconoscete a Berlusconi di aver lottato con trasparenza e nel segno della chiarezza

I luoghi dove ci si gioca il Colle

Strabuzzo gli occhi. Mi dicono che Roberto Gressi, ex capo della redazione politica a Roma e editorialista del maggior quotidiano nazionale, è firma autorevole, opinionista ufficioso, che rappresenta gli orientamenti della direzione del Corriere. Non quello di Missiroli, Alfio Russo, Spadolini, nell’Italia dei Gronchi, dei Segni, dei Saragat e di altri galantuomini che appartengono al passato archeologico della Repubblica, proprio quello di oggi, quello affidato alle capaci mani di Luciano Fontana, direttore. E leggo un suo pezzo di ieri in cui il Gressi si fida di dire (come dicono a Napoli, s’è fidato ’e dicere) che al Quirinale “non ci si candida, perché si viene chiamati”. Chiamati. I grandi elettori, assemblati nei diversi gruppi parlamentari da un’oligarchia di capi, nel rigoroso riserbo e del tutto al riparo dall’opinione pubblica informata, “chiamano” un tizio al di sopra delle parti ispirati dallo spirito santo laico, dal Grande Architetto dell’universo, come nella Massoneria, che è una grande istituzione di cui mio nonno faceva parte, sebbene per lunghi anni in sonno, ma è anche un’anticaglia spirituale la cui egemonia culturale, nel paese che produsse la Costituzione più bella del mondo, dettò le regole dell’elezione del capo dello stato: niente candidature ufficiali, niente programmi, niente dichiarazioni di valori, niente di niente, e sopra tutto niente nomi, fino al momento in cui il Parlamento si riunisce in seduta comune presieduto dal presidente della Camera e, nel più assoluto divieto di parola e di intervento politico, comincia a votare in segreto, ovviamente, maggioranza qualificata nelle prime tre votazioni, maggioranza del corpo elettorale dalla quarta in poi. Il “chiamato” è il nome scritto nelle schede elettorali che raggiunge il quorum. Habemus papam. Ora devo specificare che io, vecchio pirata berlusconiano da tempo in disuso, sempre innamorato del senso di quell’avventura ma conformisticamente rientrato da tempo nella normale routine della nomenclatura politica più pazza e insieme scipita del mondo, nell’area politica più derelitta dell’universo dopo quella di destra, cioè il centrosinistra, e nella mia modesta funzione di osservatore e pensionato, sono per l’elezione al Quirinale di Mario Draghi, come ho scritto mille volte…. GIULIANO FERRARA 14 GEN 2022

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