Enrico Letta ha valicato il Rubicone e cerca voti per portare Draghi al Colle

Il segretario del Pd rifiuta l'ipotesi di votare un nome di centrodestra e avvia le consultazioni con le componenti parlamentari. Le sponde nel gruppo Misto, l'irritazione per le strambate di Conte, l'agenda parallela con Salvini. Ma mezzo Partito democratico è spaventato dall'ascesa del premier al Colle

VALERIO VALENTINI 21.1. 2022 ilfoglio.it lett3’

Recide i legami per poterne costruire. Prova a disarticolare la rete del malcontento che sta tessendo chi vuole imbrigliare la candidatura di Mario Draghi, che è la sua candidatura. Quando a metà pomeriggio Enrico Letta arriva al Senato, il chiacchiericcio intorno all’incontro tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini riempie l’aria della buvette. Lui dissimula col garbo di chi dice che “in questa fase tutti parlano con tutti” il fastidio per la volubilità dell’alleato grillino. Sta lì, Letta, perché le sue capogruppo gli hanno segnalato che uno degli epicentri dell’antidraghismo sta nel Misto: e allora il segretario va a far visita a Loredana De Petris. Inizia così una consultazione permanente, in cui il segretario del Pd, insieme a Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, sonderà le varie anime del Transatlantico. Ma poi inevitabilmente si torna a Conte, che salta da un timore all’altro, e lascia trapelare che al leader della Lega è andato a prospettare, tra l’altro (e l’altro è anche Paola Severino), un Mattarella bis. Letta era avvertito che il fu avvocato del popolo è sempre stato più attento a non indisporre i suoi riottosi gruppi parlamentari che non a guidarli. E per questo al Nazareno confidano nella capacità di persuasione di Luigi Di Maio. Che in effetti presidia tutti i tavoli – i suoi emissari compaiono magicamente su ogni fronte: a via della Scrofa per parlare della Moratti coi leghisti, in un corridoio del Senato per ragionare sull’ipotesi Casini – ma con più zelo si spende in favore del “suo” premier. Lo ha fatto mercoledì spiegando a Conte che “i gruppi si convincono da soli, purché non li si spaventi”, e per questo bisogna rilanciare il patto di legislatura.

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