Se la penisola priva di angoli funziona meglio della fortezza esagono

Ecco i dossier su cui gli alleati di Meloni frenano e le promesse elettorali scricchiolano

19.3.2023 Ferrara, Cingolani ilfoglio.it lettura2’

Se la penisola priva di angoli funziona meglio della fortezza esagono

GIULIANO FERRARA 19 MAR 2023

La Francia s’infiamma per quello che Elsa Fornero da noi aveva spavaldamente portato a casa. Il problema è Macron. In confronto la malmostosità italiana verso le élite è una minuscola ora di cattivo umore

Si osserva da più parti che la parabola di Emmanuel Macron è la pietra tombale sul semipresidenzialismo alla francese in Italia. Chissà. Sta di fatto che il sistema, con un liberale alla sua guida mai salito in prima battuta al di sopra del 22-23 per cento, eletto sempre in opposizione solitaria a Marine Le Pen, non palatabile in quanto non meloniana, ha perso stabilità in modo clamoroso. Qui, sempre che il governo di legislatura non finisca in una farsa familiare, famiglia in senso proprio, famiglia allargata, coalizione e risse varie, promette invece bene o male a seconda dei punti di vista. Lì una donna premier, Mme Élisabeth Borne, succedaneo, brava socialista senz’arte né parte, destino da capogabinetto del Presidente dei ricchi, minaccia di esplodere, lo ha detto lei stessa, come un fusibile. Due anni di aumento dell’età legale per la pensione incendiano incredibilmente il paese imbastigliato per una roba che da noi la Elsa Fornero, tra un decreto e una lacrimuccia, ha spavaldamente portato a casa con l’aiuto dell’odiato Mario Monti e di Giorgio Napolitano….

-ILLUSIONI E DELUSIONI

Ecco i dossier su cui gli alleati di Meloni frenano e le promesse elettorali scricchiolano

STEFANO CINGOLANI 18 MAR 2023

Immigrazione, fisco, giustizia. Palazzo Chigi spiazza tutti ma il treno dei desideri al contrario va. L’ombra lunga di Draghi sul governo. Un’indagine

La locomotiva s’era mossa in anticipo ed era giunta prima del previsto alla stazione Vittoria. Tutto liscio, senza intoppi. Non si poteva più attendere, i vagoni erano stracolmi di gente ansiosa di arrivare, nemmeno fosse un treno indiano e ciascuno portava valigie straripanti di bisogni, di voglie, di aspirazioni e speranze. Vittoria era solo la prima, ma decisiva tappa di un viaggio in cui il convoglio dei desideri si sarebbe trasformato nella Freccia Azzurra della nuova Italia. Ma ben presto aveva preso il passo della tradotta, troppi macigni bloccavano i binari, tanto che i macchinisti avevano dovuto chiamare a consulto il vecchio ferroviere, il quale sapeva come funziona il quadro di comando che ormai non è più soltanto domestico. Un tempo si diceva che gli elettori scelgono in base ai loro interessi materiali e immediati: tasse, lavoro, pensioni, consumi, un universo dominato dal calcolo di costi e benefici individuali. Il mondo piatto, il tramonto degli ideali, liberté, fraternitè, egualité alle ortiche insieme ai libri della storia come noi l’avevamo conosciuta nei secoli scorsi, tutto finito sotto le macerie del muro di Berlino. Insomma quel che è stato detto e scritto dal 1989 fino a un anno fa quando le truppe dello zar Vladimir II hanno violato l’Ucraina che aveva dato i natali a Vladimir I detto il santo. Dove va il treno dei desideri nelle mani forti, ma ancora inesperte di Giorgia Meloni? Può andare all’incontrario come in “Azzurro”, la canzone scritta da Paolo Conte e resa famose da Adriano Celentano?....

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