Il podcast del direttore La mossa “goffa” di Schlein tradita dalla nomenclatura del Pd e le caterve di voti persi da Conte: dubbi sui sondaggi

Spazio alla “mossa goffa” della Schlein che “l’altro ieri ha fatto lanciare ai suoi la proposta del nome nel simbolo e ieri l’ha ritirata dopo che nel partito è scattata la rivolta di tutti.

Redazione — 23 Aprile 2024 ilriformista,it lettura2’

“Il Pd è il partito che tiene su la stampa quando le notizie scarseggiano, perché da quelle parti un modo per riempire le pagine vuote si trova sempre”. E’ il commento di Claudio Velardi, direttore del Riformista, nel podcast ‘VelaNews‘ di martedì 23 aprile. Nella rassegna stampa la notizia principale è riservata ad “Elly Schlein” che “ha fatto marcia indietro in 24 ore togliendo nome dalla simbolo”.

Un passaggio viene dedicato anche alle “ricostruzioni sempre più minuziose della vicenda Scurati, tra cui quella minuto per minuto che fa Il Fatto Quotidiano”. Ricostruzioni “che testimoniano il mix di incapacità e approssimazione di chi ha gestito la faccenda in Rai. Altro che censura, allarme fascismo, è solo una ordinaria storia di burocrazia, di circolari interne, poi c’è qualche furbetto o furbetta che ha capito che poteva farne un caso e così è accaduto” osserva Velardi.

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Poi il focus sul voto in Basilicata e il caso nel Pd dopo il dietrofront lampo delle segretaria: “Che il voto lucano potesse andare male era abbastanza nelle cose per tutto quello che è accaduto nelle scorse settimane dove sono stati bruciati due candidati e sono stati persi pezzi per strada a partire da calendiani e renziani – analizza Velardi -. Poi il Pd si è inchiodato all’alleanza con il Movimento 5 Stelle che in tutte le elezioni locali stanno perdendo caterve di voti”. Sul partito dell’ex premier Giuseppe Conte, Velardi aggiunge qualche dubbio sui sondaggi in vista delle Europee: “Esprimo un dubbio, se in tutte le elezioni locali cali di 10-15%, qualche conseguenza alle europee la sconti nonostante i sondaggi assestino il partito poco sotto il 20%”.

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La mossa “goffa” di Schlein

Spazio alla “mossa goffa” della Schlein che “l’altro ieri ha fatto lanciare ai suoi la proposta del nome nel simbolo e ieri l’ha ritirata dopo che nel partito è scattata la rivolta di tutti. Anche in questa storia, un po’ come nella faccenda Scurati, si manifesta tutto il peggio dello spirito burocratico e cortigiano che regna nei consessi umani di potere”.

Velardi chiede: “Chi ha fatto la proposta di mettere il nome della Schlein nel simbolo?

Dei dirigenti vicini alla segretaria più realisti del re, ovviamente imbeccati dalla Schlein che non si è presa la responsabilità di motivare una scelta in partenza esplicitamente contraddittoria con le posizione che il Pd assume sulle riforme costituzionali e altro. Quando Schlein è arrivata a fare la segretaria ha parlato delle responsabilità collettive e della condivisione del potere, quindi è chiaro che avrebbe avuto difficoltà a motivare questa proposta e quindi l’ha fatta andare avanti senza consultarsi con nessuno, contando sull’avallo del gruppo dirigente del Pd”.

La nomenclatura del Pd

Ma “Schlein non ha fatto i conti, forse perché non conosce bene, con la nomenclatura del Pd che vuole sempre essere coinvolta nelle scelte. Perché non l’ha fatto? Per ingenuità, per calcolo? Non lo so ma l’accusa di goffagine di Folli su Repubblica è finanche generosa. Non è che simpatizzi per la Schlein ma di fronte ai pachidermi del gruppo dirigente del Pd questa segretaria mi ispira quasi un moto di simpatica anche se non ha caratteristiche di empatia” conclude Velardi.

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