1941 Ventotene «Vi spiego perché Giorgia Meloni ha ragione sul Manifesto di Ventotene»

Quel manifesto va letto. E se lo leggi ti accorgi che non c’è scritto “viva l’Europa ma cosa loro volevano diventasse l’Europa.

20 Marzo 2025 - 05:46 Alba Romano, open.online lettura2’

Pierluigi Battista: «Quel manifesto va letto. E se lo leggi ti accorgi che non c’è scritto “viva l’Europa”. C’è scritto cosa loro volevano che diventasse l’Europa»

Il giornalista ed ex vicedirettore del Corriere della Sera Pierluigi Battista dice che Giorgia Meloni ha ragione sul Manifesto di Ventotene. E lo dice «da sincero liberale e da persona che ha un grande rispetto per Spinelli e Rossi, che stavano a Ventotene al confino e non in vacanza» in un’intervista a Hoara Borselli per Il Giornale. Secondo Battista «quel manifesto va letto. E se lo leggi ti accorgi che non c’è scritto “viva l’Europa”. C’è scritto cosa loro volevano che diventasse l’Europa». Ovvero: «Un superstato che abolisse per decreto gli stati nazionali, diretto da una “dittatura rivoluzionaria”, c’è scritto proprio così. Cioè da una oligarchia che si autonominava depositaria dei valori da incarnare a prescindere da qualsiasi forma di consultazione popolare».

Il governo dei migliori

E questo avrebbe dovuto escludere il voto: «Sì, perché si dice nel manifesto che il popolo è “immaturo” (testuale) e che la normale metodologia democratica non può funzionare finché il popolo non diventa maturo. Il compito della oligarchia rivoluzionaria è di educare il popolo alla Ragione. È il vecchio mito di Platone, del re filosofo. È la cosa più antidemocratica che esista al mondo». Il governo dei migliori: «Sì, l’idea che esista una categoria di ottimati, di filosofi, che sanno qual è il bene del mondo e lo impongono». Mentre «l’idea del liberalismo democratico è il pluralismo, il conflitto di opinioni. E questa idea è costituiva dell’Europa. Non Ventotene». E c’è la questione della proprietà privata: «Il manifesto dice: no alla statalizzazione comunista. Però saranno gli ottimati a dire dove deve stare e come debba funzionare la proprietà privata. Saranno gli ottimati a dire ai capitalisti: devi fare così, devi fare così».

L’antifascismo illiberale

Battista dice che quello di Rossi e Spinelli è un antifascismo illiberale: «C’è una parte della Resistenza che era convinta che la guerra partigiana avesse due tappe. La prima per liberarsi del fascismo, la seconda per liberarsi del capitalismo. Il comunismo è antifascismo ma non è democratico. Ci sono comunisti ammirevoli che erano contro la dittatura fascista ma non per un modello antagonista a ogni dittatura». Ma Spinelli non era comunista, «era un giacobino azionista». E l’azionismo nella costruzione della democrazia italiana ha avuto un ruolo «molto minoritario. Gli azionisti fiancheggiavano il Pci. Lei forse conosce questa battuta di Cossiga: “peggio dei comunisti ci sono solo i filocomunisti…”. Il partito d’Azione ebbe un ruolo molto minoritario. Alla fine la lotta politica è stata tra i due partiti popolari: Dc e Pci. Nel 1948 l’Italia sancì il suo ingresso nelle democrazia occidentali con la vittoria della Dc».

L’Europa e Ventotene

Ma, avverte Battista, va anche detto che «nessuno in Europa vuole Ventotene. Merz, che ha appena vinto in Germania, non è un giacobino. I socialisti europei non vogliono Spinelli e Rossi, vogliono solo un’Europa spostata a sinistra. Si può essere europeisti senza Spinelli». Ma questo caos su Ventotene viene fuori «perché i giovani politici non sanno. Non conoscono la storia, non sanno cosa succedeva nel ’41. Non sanno neppure che nel ’41 l’Urss era ancora alleata di Hitler e l’unico che si opponeva al nazismo era Churchill».

Commenti   

#3 walter 2025-03-21 15:02
…E ancora, Cacciari definisce la sceneggiata una "propaganda strumentale". La ragione è chiara: "La sinistra si stupisce dell'ovvio. Meloni mentirebbe se dicesse che è d'accordo con Ventotene, e in quel caso la sinistra dovrebbe insorgere, ma non se dice che non è d'accordo. A parte il fatto che Schlein non ha nulla a che fare con la storia del PCI, ma Spinelli è stato deputato eletto indipendente nelle liste del PCI ed è stato isolatissimo nella sinistra italiana, nessuno lo ascoltava. Il PCI e il PSI hanno una storia profondamente anti-federalista e contro quindi il manifesto di Ventotene sull'Europa. Si è cominciato a parlare un po' di federalismo solo negli Anni Novanta con Napolitano e con il sottoscritto, questi della sinistra di oggi che protestano contro Meloni andassero a fare un corso di storia politica e culturale. Un corso accelerato perché sono di una ignoranza totale e impressionante" estratto da liberoquotidiano.it 21.3.2025
#2 walter 2025-03-20 14:36
1941 Ventotene Il Foglio di oggi, ha pubblicato un estratto del libro di Ernesto Galli Della Loggia
incentrato proprio sul testo sacro di Ventotene. perché il manifesto di Ventotene è una boiata pazzesca

Ernesto Galli Della Loggia, perché il manifesto di Ventotene è una boiata pazzesca
….
Il Foglio, nel quotidiano di oggi, ha pubblicato un estratto del libro di Ernesto Galli Della Loggia incentrato proprio sul testo sacro di Ventotene. E le conclusioni a cui è arrivato l'editorialista del Corriere della Sera sono piuttosto nette. Notevole anche il titolo scelto dal Foglio per rilanciare l'estratto: "Perché il Manifesto di Ventotene è una boiata pazzesca".

In sintesi, politici, banchieri ed economisti - soprattutto quelli italiani - sembrano non aver letto il Manifesto di Ventotene.
Come ricorda il giornalista, il testo è stato scritto in un periodo molto particolare della nostra storia. Siamo nel 1941, in piena epoca dei totalitarismi.
E gli stessi artefici del documento sono antifascisti confinati nell'isola tirrenica dal regime di Benito Mussolini.
Secondo loro, lo stato liberale ha fallito e, per questo motivo, non ha più futuro. L'unica soluzione? "La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista”. Ma le fondamenta di questo nuovo ordine non potranno essere affidate al popolo. Non c'è dunque da preoccuparsi di una "preventiva consacrazione da parte dell’ancora inesistente volontà popolare”. Stando a quanto sostiene Della Loggia, "Il Manifesto propone è una rivoluzione dall’alto di tipo giacobino-leninista che non stia a curarsi troppo di che cosa pensa il popolo".estratto 20.3.2025 liberouotidiano.it
#1 walter 2025-03-20 14:31
"La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa non dogmaticamente, caso per caso'. 'Nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente'. 'Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultare di passioni'. 'La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria'. E il Manifesto conclude che esso, il partito rivoluzionario, 'attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse, attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuova",.. questo l’intervento del premier in Aula.

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