Festa della liberazione, che non unisce ma discrimina gli ebrei

 Il corteo dei partigiani senza la Brigata Ebraica

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Fino all'ultimo in polemica e domani divisi. Il 25 Aprile a Roma non ritrova una vera unità alla vigilia del 70/esimo anniversario della Liberazione, preceduto da settimane di diatriba tra l'Associazione nazionale partigiani (Anpi) della capitale e la Comunità ebraica. Oggi, in mattinata, l'Anpi sarà a Porta San Paolo - luogo di combattimenti simbolo contro i nazisti - e di pomeriggio andrà in piazza del Campidoglio per la cerimonia organizzata dal Comune. Niente corteo quindi quest'anno e niente ebrei nè rappresentanti della Brigata Ebraica - che contribuì alla Liberazione - al fianco dei partigiani. Ci saranno invece a Porta San Paolo le bandiere palestinesi - «una presenza non invasiva», assicura il presidente dell'Anpi di Roma Ernesto Nassi -, che gli ebrei chiedevano di non ammettere, «perchè in guerra stavano con i nazisti». «L'Anpi è per statuto al fianco di chi lotta», rilancia Nassi, «la Brigata ebraica si è esclusa da sola». Gli ebrei hanno partecipato alla Liberazione sia come «partigiani sia come militari in divisa nelle file della Brigata ebraica - afferma il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna -. Chi nega questo fatto offende la memoria di chi cadde, la verità storica e la coscienza dell'Italia». La Comunità ebraica non sarà in Campidoglio perchè oggi è Shabbat, il riposo del sabato, ma in un messaggio che sarà letto dal palco il presidente Riccardo Pacifici ringrazia il Comune per l'iniziativa, che li fa sentire parte della festa. Ci saranno invece sostenitori della Brigata ebraica - composta non solo di ebrei - e il vessillo della formazione che combattè con gli Alleati fino alla Liberazione. Pacifici auspica che tutte le forze politiche si sentano coinvolte nella ricorrenza, ma senza alcuna riconciliazione con chi ancora afferma idee razziste. Un appello per far prevalere «lo spirito unitario antifascista» affinchè non «si creino steccati nel fronte democratico» viene dall'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned). «Perchè la Festa della liberazione non accetta discriminazioni», si afferma. Anche l'Aned si era detta come gli ebrei non disponibile a «sfilare accanto alle bandiere dei movimenti pro Palestina», quindi parteciperà all'evento in Campidoglio. A parte il consueto corteo dei centri sociali in periferia, i partigiani forse resteranno soli a Porta San Paolo.

Messaggero, 25.4.2105

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