La Cgil è stata seppellita dalla valanga di «no» della Camusso

Se continua su questa strada finirà solo col trasformare definitivamente quello che fu un grande interlocutore sociale in una organizzazione marginale di protesta e di contestazione, com'è accaduto nei decenni precedenti alla Cgt francese

di Sergio Soave Italia Oggi 13.5.2015

I dati sull'incremento, ormai abbastanza sostanzioso, dei contratti a tempo indeterminato promosso dalla defiscalizzazione per chi assume giovani lavoratori rappresentano il primo segnale di una inversione di tendenza sul terreno socialmente più rilevante, quello dell'occupazione. Il sulfureo commento della segretaria della Cgil a questa notizia, che denuncia «un regalo alle imprese» proprio per questo, sembra del tutto irragionevole. Nessuno è più in grado di rintracciare una logica sindacale nel comportamento di quello che resta il maggiore sindacato italiano. È ovvio che per dare un contributo da parte governativa all'assunzione di giovani era necessario rendere meno oneroso il loro costo del lavoro (senza che peraltro questo incida sulle loro retribuzioni) e a maggior ragione questo vale per favorire un passaggio da regimi contrattuali a tempo determinato o addirittura precari ad assunzioni permanenti. Queste assunzioni sono agevolate anche dalle aspettative sulla abolizione dell'obbligo di reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa, la novità introdotta, solo per i nuovi assunti, dalla riforma dell'articolo 18 che ha provocato le ire della Cgil.

Naturalmente perché queste tendenze positive si consolidino è necessario che ci sia una ripresa degli investimenti e della domanda anche interna, e su questo il governo può solo esercitare azioni di promozione e soprattutto dare al mercato la sensazione che non si ricorrerà ad azioni punitive, come l'imposta patrimoniale che sembra l'unica proposta che la Cgil è in grado di avanzare.

In realtà i sindacalisti della Cgil, nelle imprese e in quasi tutte le categorie, di fatto, non seguono la linea barricadera della segreteria, e persino i duri della Fiom sotto sotto stanno cercando di rientrare in una logica contrattuale, persino alla Fiat-Chrysler, che, a margine della trattativa sul contratto di lavoro condotta dai sindacati firmatari dall'accordo originario, ha visto incontri «informativi» tra Fca e Fiom.

Ormai il campo di azione concreto della segreteria Cgil è quello del pubblico impiego e soprattutto della scuola, settori in cui esiste una antica ragnatela di poteri sindacali che condizionano le scelte aziendali, ma con effetti paralizzanti. Forse Susanna Camusso, ormai confinata in una impropria condizione di opposizione politica al governo, spera che far fallire le riforme di questi comparti equivalga a una vittoria sindacale, ma si sbaglia di grosso e se continua su questa strada finirà solo col trasformare definitivamente quello che fu un grande interlocutore sociale in una organizzazione marginale di protesta e di contestazione, com'è accaduto nei decenni precedenti alla Cgt francese.

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