MENTRE L’ITALIA TIRA LA CINGHIA, I DIRIGENTI DELLA RAGIONERIA GENERALE INCROCIANO LE BRACCIA

E MOLLANO PADOAN A SCRIVERSI DA SOLO LA LEGGE DI STABILITÀ – MOTIVO DEL CONTENDERE? UN TAGLIO AL FONDO DEI PREMI

Dagospia 17.10.2015

- Ieri pomeriggio i dirigenti se ne sono andati dal ministero, rifiutando di fermarsi fino a sera. E anche oggi non andranno in ufficio. Una protesta spontanea e senza precedenti nella lunga storia delle finanziarie… -

1.Dagonota

I dirigenti della Ragioneria generale dello Stato ieri hanno compiuto un gesto clamoroso. Se ne sono andati dal ministero dell’Economia dopo aver lavorato il minimo sindacale. Il motivo per cui anche oggi incroceranno le braccia, e faranno slittare la scrittura della manovra economica, è che verrà loro tagliato il fondo per i premi.

Sì, avete capito bene, i premi. Mentre il governo taglia da anni stipendi e contratti, pensioni e rimborsi, sgravi e trattamenti, un pugno di dirigenti molto ben pagati protesta per i premi. Roba lunare. Quasi da dar ragione a Padoan e Renzi.

2. Ammutinamento dei dirigenti della Ragioneria

dal “Corriere della Sera”

Ammutinamento alla Ragioneria generale dello Stato. Ieri alle due del pomeriggio quasi tutti i dirigenti generali della Ragioneria se ne sono andati dal dicastero dell' Economia di Via XX settembre nonostante la richiesta del capo di gabinetto del ministro Pier Carlo Padoan, Roberto Garofoli, di restare a lavorare nella serata, e continuare oggi, alla stesura della legge di Stabilità.

Come si fa sempre per la scrittura finale della Finanziaria, per passare - in quest' ultimo caso - dalle slides colorate all' articolato di legge, ai commi, ai rinvii normativi, alle coperture vere. Lavoro che solo gli ispettori sono in grado di fare.

È stata una protesta spontanea - ha riferito il segretario del sindacato dei dirigenti ministeriali (Unadis), Barbara Casagrande - contro il taglio di circa il 20 per cento del fondo dei dirigenti. Una iniziativa silenziosa e clamorosa. Ovviamente senza precedenti. L' alta burocrazia opposta platealmente al governo. Mercoledì i dirigenti decideranno lo stato di agitazione contro il taglio ai loro stipendi che servirà - paradossalmente - a finanziare il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. In parte, dunque, anche i loro. E la legge di Stabilità arriverà così in ritardo in Parlamento.

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