Chi cambia la legge elettorale ne subisce le conseguenze

L'esito controverso delle lezioni spagnole ha indotto Matteo Renzi a esaltare le virtù dell'italicum, che molti, nel suo partito e nel centrodestra, vorrebbero invece modificare per consentire la presentazione di coalizioni e non di singole liste

 di Sergio Soave Italia Oggi 23.12.2015

L'esito controverso delle lezioni spagnole ha indotto Matteo Renzi a esaltare le virtù dell'italicum, che molti, nel suo partito e nel centrodestra, vorrebbero invece modificare per consentire la presentazione di coalizioni e non di singole liste. La convenienza che Renzi vede nella nuova legge elettorale nasce dalla convinzione che, in ogni caso, il Partito democratico, anche senza alleanze con l'estrema sinistra, arriverà al secondo turno. Gli esponenti della sinistra interna al Pd, invece, puntano a una coalizione di stile ulivista, mentre le varie formazioni di centrodestra faticano a creare le condizioni per una lista unitaria che comprenda le diverse fazioni in cui si è suddivisa Forza Italia e una Lega con intenzioni egemoniche.

Fare i conti a tanta distanza dalla scadenza elettorale, però, può indurre in errori di prospettiva. Il Pd deve affrontare un periodo assai difficile, sia per le scadenze interne, elezioni amministrative in primavera e referendum senza quorum sulla riforma costituzionale in autunno, sia per l'andamento dell'economia legato a fattori internazionali ed europei imprevedibili e oggi complicato da un contenzioso ormai esplicito con la Germania, sia per il venire al pettine di nodi complessi come quello della stabilizzazione della Libia. Dipenderà dal modo in cui saranno superati, se saranno superati, questi ostacoli, se il Pd manterrà la sua condizione competitiva. Se invece le difficoltà dovessero produrre un superamento delle divisioni che ora rendono impresentabili sia l'estrema sinistra sia il centrodestra, il quadro potrebbe mutare radicalmente. È persino possibile che un centrodestra riunificato e un Movimento 5 stelle rafforzato da successi alle amministrative possano superare un Pd debilitato da una concorrenza a sinistra che trovi compattezza magari sulla base del pacifismo.

Oggi questa prospettiva appare paradossale, ma i passaggi difficili dell'anno prossimo possono cambiare anche profondamente gli attuali rapporti di forza tra le formazioni politiche. Il fatto che il gradimento del governo Renzi, dopo la crisi bancaria, sia arrivato ai bassi livelli raggiunti alla fine del loro percorso da quelli di Monti e di Letta segnala una tendenza per ora appena avvertibile ma che non è detto sia destinata a raddrizzarsi.

È naturale che Renzi pensi di poter superare indenne le sfide che lo attendono, ma se dovrà registrare battute d'arresto brucianti, probabilmente anche la sua fiducia nell'italicum diventerà meno granitica. D'altra parte in Italia chi ha cambiato la legge elettorale ne ha pagato il prezzo alle prime elezioni successive, da Alcide De Gasperi in poi, e non è detto che a Renzi non tocchi la stessa sorte.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata