Quarto, ci fu una riunione con Fico . La sindaca cambia versione con i pm

I capi del Movimento 5 Stelle sapevano che c’erano forti contrasti tra i propri eletti. Di Maio: «Si sta usando strumentalmente un passaggio delle intercettazioni»

di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini, 16 .1.2016 10:29) Corriere della Sera

NAPOLI - I capi del Movimento 5 Stelle sapevano che c’erano forti contrasti tra i propri eletti al Comune di Quarto. Per questo fu organizzata una riunione alla quale partecipò anche Roberto Fico. Le verifiche svolte dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal sostituto Henry John Woodcock - titolari dell’inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nell’amministrazione cittadina e sul «voto di scambio» che ha tra gli indagati Giovanni De Robbio dei 5S, Mario Ferro del Partito Democratico e il boss Alfonso Cesarano - forniscono la ricostruzione di quanto accaduto negli ultimi tre mesi nel paese del napoletano. E smentiscono quella ufficiale fornita dai vertici del Movimento. Il resto lo fa il sindaco Rosa Capuozzo che nel corso dell’interrogatorio di due giorni fa - il quinto in appena tre mesi - ha modificato la versione iniziale cominciando ad ammettere le informazioni passate al «direttorio» del quale fanno parte, oltre a Fico, anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

Finora la donna aveva sempre negato di aver informato i leader del Movimento del ricatto subito da De Robbio che minacciava di rivelare l’abuso edilizio in casa del marito se non gli avesse dato mano libera per poter orientare alcuni appalti. In realtà inizialmente aveva addirittura escluso che si trattasse di una estorsione, minimizzando la «pressione» subita. Un atteggiamento che le ha fatto rischiare l’incriminazione per falsa testimonianza o addirittura per favoreggiamento visto che le conversazioni intercettate fanno emergere una realtà ben diversa, dando conto dei suoi contatti con il direttorio proprio riguardo ai suoi rapporti con De Robbio.

Il verbale è ancora segreto ma secondo le indiscrezioni che filtrano dalla Procura nell’ultimo interrogatorio - durato oltre quattro ore e segnato anche da momenti di grave tensione - Capuozzo ha parlato a lungo delle comunicazioni con Roma e degli incontri con Fico, che in un’occasione avrebbe anche deciso di partecipare alla riunione del consiglio comunale proprio per cercare di comporre la frattura interna visto che tra gli eletti alle ultime amministrative del maggio scorso c’erano scontri accesi sulle nomine, sulla scelta degli assessori, ma anche sulle deleghe legate agli affari del Comune. Ha chiarito anche che cosa accadde con Di Maio visto che nei colloqui con alcuni consiglieri - intercettati dai carabinieri - spiegava di avergli chiesto di intervenire non escludendo la possibilità «che ci devono commissariare». Ha «ricordato» gli altri contatti con il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai.

I nuovi atti processuali saranno depositati lunedì mattina al tribunale del Riesame che dovrà pronunciarsi sul sequestro di materiale ordinato nei confronti di De Robbio e degli altri indagati ordinato il 24 dicembre scorso. Nel frattempo sono state disposte nuove verifiche proprio sulle ammissioni del sindaco. A pesare sulla scelta di Capuozzo di collaborare con la magistratura può aver pesato, oltre al rischio di finire sotto inchiesta, la scelta del Movimento di decretare la sua espulsione, ma anche il fatto che suo marito è stato indagato dalla stessa procura di Napoli proprio per l’abuso edilizio. L’inchiesta riguarda le possibili infiltrazioni nel Comune, ma anche il ruolo di De Robbio rispetto agli altri esponenti del Movimento 5 Stelle verso il quale la camorra avrebbe deciso di dirottare i voti inizialmente destinati al candidato del Partito Democratico dopo l’esclusione della lista decisa dal Consiglio di Stato. E dunque l’esame dei nuovi atti processuali sarà importante per capire la direzione presa dall’indagine.

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