Electrolux, mistero sull’offerta cinese. Midea conferma, il governo smentisce

Il gruppo orientale ufficializza la trattativa, Stoccolma tace, il titolo vola, il ministro Ciriani: non ci risulta

ELENA DEL GIUDICE 21.5.2023 nordesteconomia.gelocal,it

Il settore è quello del “bianco”, ma la vicenda Electrolux-Midea si tinge sempre più di giallo. C’è chi la definisce puro gossip e chi la smentisce seccamente. Ma nel complicato intrigo, di cui si parla ormai da febbraio, alcuni elementi di certezza ci sono. Quello fondamentale arriva proprio dalla cinese Midea (colosso dell’elettrodomestico con sede a Beijiao nel Guangdong, quotato nella borsa di Shenzhen), che ha confermato aver formalizzato il proprio interesse nell’operazione di acquisizione della multinazionale svedese, aggiungendo anche che al momento (e siamo agli inizi di maggio), «non è stata ancora presa alcuna decisione». Da Stoccolma è arrivato invece il consueto “no comment”. E dunque, dove sta la verità? C’è un’offerta oppure non c’è? L’interesse, e lo dicono i cinesi, c’è; la proposta anche. È la mancata smentita ad essere una conferma. Perché? Perché a meno che le regole per le società quotate in Svezia (ed Electrolux è una società quotata) non siano profondamente diverse da quelle vigenti nelle principali piazze del mondo, se i rumors sono privi di fondamento, la società deve comunicarlo al mercato, stoppando le speculazioni. Ed Electrolux non lo ha fatto, nemmeno di fronte all’impennata del titolo il giorno in cui i quotidiani svedesi, rilanciando le notizie giunte dalla Cina, hanno comunicato l’esistenza di un interesse di Midea su Electrolux. La risposta è stata il silenzio di Jonas Samuelson, ceo di Electrolux, che potrebbe anche essere indicativo di un non gradimento della proposta della compagnia cinese, peraltro partner storico degli svedesi proprio per quel mercato, tanto più giunta ora in cui il clima nei confronti di Pechino non è dei più favorevoli.

In Italia, sia al tavolo con i sindacati che - pare - nelle interlocuzioni con esponenti del governo, i vertici del gruppo avrebbero invece sempre smentito. Ma anche qui, nessuna nota ufficiale, a stampa e lavoratori sono arrivate a cascata le rassicurazioni di esponenti politici e rappresentanti sindacali, ma nessuna comunicazione diretta. Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso aveva detto pochi giorni fa: «Desidero rassicurare i lavoratori del gruppo Electrolux che il Mimit segue con attenzione le vicende della azienda» dichiarandosi fiducioso «sul futuro degli stabilimenti produttivi in Italia. Peraltro come abbiamo dimostrato nel recente caso di Whirlpool Emea, ove ci fossero operazioni di acquisizioni, delle quali al momento non abbiamo alcun riscontro, disponiamo di strumenti legislativi che ci consentono di tutelare tecnologia, produzione e occupazione». E ieri il ministro pordenonese Luca Ciriani ha rilanciato l’impegno del governo, spiegando che, a valle degli accertamenti fatti dal ministero, «non risulta alcuna richiesta formale da parte di aziende cinesi di acquistare Electrolux».

Vero è che al momento, più che al passaggio di mano del gruppo, che ha il proprio quartier generale per l’Italia a Porcia con oltre 2 mila addetti tra produzione, direzione e centri di ricerca, preoccupa di più la caduta dei volumi che impongono 6 giorni di cassa integrazione aggiuntivi e un orario di lavoro ridotto a 6 ore. Anche di questo si discuterà il 30 maggio a Mestre nella riunione del coordinamento tra azienda e sindacati, in preparazione del quale la Uilm ha convocato il proprio direttivo, con il coordinatore nazionale Gianluca Ficco, nella stessa data ma al mattino, per decidere la linea da tenere all’incontro.

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Commenti   

#1 walter 2023-05-22 07:56
-Belluno, i cinesi di Wanbao vogliono chiudere: a casa 290 ...

ilfattoquotidiano.it 30 nov 2019 — Ora però vogliono chiudere battenti e portare il brevetto in Cina. Un'eventualità che metterebbe in seria difficoltà anche Electrolux

-Electrolux, il ministro Luca Ciriani: «In vendita ai cinesi? Fatte ...
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