Ecco il grande Sinodo che vuole rivoluzionare la Chiesa “Tante cose possono accadere”,

dicono navigati cardinali, ma nessuno azzarda previsioni. Dal celibato sacerdotale al ruolo delle donne, i cinquecento partecipanti discuteranno di tutto

MATTEO MATZUZZI 30 SET 2023 ilfoglio.it lettura2’

Sarà un Sinodo come gli altri o una sorta di Vaticano III? Mercoledì la grande apertura in piazza San Pietro, poi confronto per quattro settimane. Il Papa tirerà le somme fra un anno. I fronti già annunciano battaglia e fra cardinali si discute già se il Sinodo, da consultivo qual è, debba diventare "deliberativo"

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Qualcosa succederà. Lo dicono tutti, osservatori esperti di cose di Chiesa, preti che sfogliano Avvenire, vescovi con il trolley pronto per Roma. “Tante cose possono accadere, non lo sappiamo”, conferma uno che di Sinodi se ne intende, come il cardinale Christoph Schönborn. Apre il Sinodo sulla sinodalità, prima puntata, da mercoledì prossimo al 29 ottobre. Quattro settimane piene che metterebbero a dura prova la tempra e la resistenza di chiunque, tant’è che sono previsti momenti di “svago”, se così si può dire: intanto il ritiro spirituale a Sacrofano, il pellegrinaggio nelle catacombe sull’Appia antica, il Rosario nei Giardini vaticani davanti alla riproduzione perfetta della Grotta di Lourdes. La seconda puntata, quella presumibilmente decisiva, si celebrerà fra un anno, quando si tireranno le somme del grande dibattito aperto dal Papa tempo fa e svoltosi, fra alti e bassi, in tutto il mondo. Qualcosa succederà, ma nessuno sa cosa. Ufficialmente e aulicamente, nessuno lo sa perché a guidare menti e cuori sarà lo Spirito santo – Francesco lo ripete ogni qualvolta che affronta il tema – ma realisticamente è impossibile fare previsioni. “E’ un’altra occasione di grazia per la Chiesa, un tempo per certi versi simile a quello che è stato il tempo dell’ultimo Concilio, in cui è riecheggiata in maniera insistente la domanda: ‘Chiesa, cosa dici di te stessa?’”, ha detto pochi giorni fa il cardinale Matteo Zuppi aprendo il Consiglio permanente della Cei: “La prossima assemblea del Sinodo dei vescovi – ha aggiunto – si troverà a far risuonare una domanda simile, sulla natura e sulla missione di una Chiesa che voglia essere tutta sinodale, declinando insieme comunione, partecipazione e missione”. Centinaia di teste pensanti, ogni angolo del pianeta rappresentato, idee sul destino della Chiesa sovente agli antipodi. Per una volta, dagli stessi dubbi e dalle medesime insicurezze sono accomunati conservatori e progressisti, ammesso che tali categorie vogliano ancora dire qualcosa, in tempi in cui più o meno tutto è fluido, liquido e relativo. Cosa succederà? Cosa stabilirà il Papa, una volta che le settimane di discussioni, proposte e voti avranno avuto luogo nell’Aula Paolo VI? Perché sarà lì che si celebrerà l’evento, non più nell’Aula Nuova che vide scrutini drammatici e colpi bassi fra porporati nel Sinodo biennale sulla famiglia, agli albori del pontificato bergogliano

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