DIPLOMAZIA VATICANA Israele contro le Chiese di Gerusalemme: "Ambiguità immorale"

La risposta di Israele in queste circostanze non può essere descritta altro che come un diritto di legittima difesa.
MATTEO MATZUZZI 10 OTT 2023 ilfoglio.it lettura2’

L'Ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha diffuso un duro comunicato contro il documento pubblicato domenica dai Patriarchi di Gerusalemme. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato, tenta di chiudere il caso: "Siamo vicini alle famiglie delle vittime, alle migliaia di feriti, ai dispersi e ai rapiti, ora in grave pericolo”

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Poche ore dopo l’attacco di Hamas a Israele, i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diffuso un comunicato su quanto accaduto: “La Terra Santa, luogo sacro per innumerevoli milioni di persone in tutto il mondo, è attualmente impantanata nella violenza e nella sofferenza a causa del prolungato conflitto politico e della deplorevole assenza di giustizia e rispetto dei diritti umani. Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo ripetutamente lanciato appelli sull’importanza di rispettare lo status quo storico e giuridico dei santi santuari. In questi tempi difficili, ci riuniamo per alzare la voce in unità, facendo eco al messaggio divino di pace e amore per tutta l’umanità”.
Due giorni dopo è arrivata la durissima reazione dell’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede, con un comunicato stampa diffuso ieri all’ora di pranzo, il secondo dopo quello di sabato in cui si menzionava “l’immoralità dell’uso dell’ambiguità linguistica” usata in circostanze come quella verificatasi all’alba di sabato.
Scriveva l’ambasciata: “Da questa mattina, 7 ottobre, Israele è in guerra. Decine di civili israeliani sono stati massacrati da membri di Hamas e militanti della Jihad islamica in un orribile crimine di guerra. In tali circostanze l’uso di ambiguità linguistiche e di termini che alludono a una falsa simmetria dovrebbe essere deplorato. Ciò che è successo oggi non può portare a una guerra, è già una guerra. La risposta di Israele in queste circostanze non può essere descritta altro che come un diritto di legittima difesa. Certamente non può essere descritta come aggressività. Tracciare parallelismi dove non esistono non è pragmatismo diplomatico, è semplicemente sbagliato”. Due giorni dopo, si rincara la dose: “E’ estremamente deludente e frustrante leggere il testo pubblicato da ‘i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme’. Tale comunicato è affetto da ‘immorale ambiguità linguistica’. Ancora, “dalla sua lettura non si riesce a capire cosa sia successo, chi fossero gli aggressori e chi le vittime. E’ particolarmente incredibile che un documento così arido sia stato firmato da persone di fede”. Quindi, la chiosa finale: “Non è fuori contesto che oggi avrà inizio presso l’Università Gregoriana un convegno di tre giorni sui documenti del pontificato di Papa Pio XII e sul loro significato per le relazioni ebraico-cristiane. A quanto pare, qualche decennio dopo, c’è chi non ha imparato la lezione del recente passato oscuro”.

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