MANUALE DI CONVERSAZIONE. Ricomicia la scuola

Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice. È uno di quegli eventi ciclici a cui è impossibile sottrarsi, come la corsa dell’ultima ora agli acquisti natalizi o l’autunno caldo. Ecco allora come affrontarlo con competenza e superficialità

di Andrea Ballarini | 18 Settembre 2016 ore 06:09

Ricomincia la scuola

- Intasare Facebook con foto del proprio bimbo al primo giorno di scuola e spiare quale degli amici non mette "Mi piace", al fine di serbargli imperituro rancore.

- Affermare che partecipare a tutte le chat genitoriali su WhatsApp è un'attività a tempo pieno, al punto che in alcune fasi particolarmente acute (per esempio in prossimità della gita scolastica) si è considerato di lasciare il lavoro.

- Il primo giorno di scuola accompagnare prestissimo il proprio bimbo, così da potersene andare prima di venire incastrati in vaniloqui socializzanti dalla mandria genitoriale.

- Scagliarsi contro il fatto che il grembiule si usi sempre meno, giacché il bimbo deve poter esprimere la propria personalità anche scegliendo gli abiti. Rimpiangere tempi meno onanistici in cui il grembiule, autentico strumento di democrazia, parificava la griffe kids e il maglioncino con le padelle. Di seguito concionare sui danni del politicamente corretto.

- Mettere a rischio matrimoni decennali per scegliere la scuola del pupo. Lei solitamente propende per scuole di alto livello che però hanno il difetto di stare a circa due ore da casa, lui o non ne ha idea o sarebbe per mandarlo a una costosissima scuola privata, così magari non lo bullizzano, che in quella pubblica di zona girano certe facce patibolari. Replicare con sincero sdegno democratico che così magari non lo bullizzano, però diventa stronzo prima dei sette anni. Controreplicare che però non se ne parla di quelle cazzate della steineriana. Steineriana magari no, ma montessoriana, discutiamone. Sì, così poi quando scoprono che nella realtà le maniglie stanno a un metro e dieci da terra restano traumatizzati o coglioni per tutta la vita. Arabescare ad libitum fino al sopraggiungere del sonno.

- Odiare tutti gli altri genitori.

- Rimpiangere i tempi della propria infanzia in cui il primo giorno di scuola era un autentico rito di passaggio, neppure scevro di qualche crudezza, con cui si faceva il proprio ingresso ufficiale nella comunità, senza tutte quelle pippe sull'inserimento non traumatico di oggi.

- Cartelletta o zainetto? Scoliosi o lordocifosi? Un bel dilemma. Convenirne.

- Durante il consiglio di classe con genitori e docenti solidarizzare aprioristicamente con i docenti, in reazione a una madre iperansiosa che anni prima ha attibuito la pediculosi alla superficialità degli insegnanti.

- Cominciare discorsi con la frase "Io non ho niente contro gli immigrati, però": evitare. (Vedi seguente)

- Dire che se va avanti così saremo noi (intendere gli italiani) la minoranza etnica. Se il contesto lo consente dare fondo al repertorio populista.

- Le bambine sono più sveglie. I maschi sono più tontoloni. Convenirne.

- In base al proprio orientamento politico discutere se sia più rischioso per l'equilibrio psicofisico del pargolo mandarlo a scuola da solo, con tutto quel che si sente al giorno d'oggi, o accompagnarlo con il SUV anche se si abita a quattrocento metri. (Vedi seguente)

- Sostenere che il traffico sia in gran parte colpa delle mamme che parcheggiano in mezzo alla strada per aspettare l'uscita dei figli. Discutere sulla sottesa discriminazione di genere: inutile.

- Gareggiare con i coetanei cinquantenni a chi ha ricevuto in dono il maggior numero di copie di "Cuore" di De Amicis. Non è necessario averlo mai frequentato, se non in alcune esilaranti letture di Paolo Poli.

- Considerare che al quinto figlio si dovrebbe essere ormai disincantati, invece constatare con amarezza che, come la pastina con il brodo di dado, il primo giorno di scuola non dà assuefazione: è sempre orribile, come la prima volta.

- Chiedere provocatoriamente se organizzare la recita degli studenti il mercoledì alle tre del pomeriggio sia la scelta di un gruppo di mogli fancazziste di miliardari. Tuonare contro. Discriminazione di genere sottesa: ignorare. Polemica sugli insegnanti che non hanno voglia di lavorare dopo le sette di sera: usurata.

- Constatare con orrore di non ricordare più come si fanno le divisioni con la virgola nel divisore. Rammaricarsene.

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