Lettere al Direttore Foglio 7.10.2016

Il gender spiegato a Michela Marzano. Un Vincino speciale

1-Al direttore - Volevo ricordare agli amici parlamentari di Ukip e M5s che qui ogni tanto li si critica, forse li si prende un po’ in giro, ma, insomma, sempre amichevolmente.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - Dice una perplessa Michela Marzano (Repubblica del 05/10) a proposito dell’ultima (in ordine di tempo) condanna della teoria gender da parte di Papa Francesco, che in questo modo il Pontefice “dà credito a quanti sostengono che, ormai, nelle scuole si insegnerebbe ai più piccoli che possono scegliere se essere ragazzi o ragazze, cambiare sesso a piacimento, e decidere quali tendenze sessuali privilegiare o meno. Ma è questo che si insegna a scuola oggi? Se veramente fosse così, anch’io sarei molto preoccupata… Il punto, però, è proprio qui: a nessuno oggi passa per la testa di colonizzare la mente dei bambini con tali fandonie, tali bugie, tali assurdità”. Ora che anche la Marzano riconosca che si tratti di fandonie bugie e assurdità non può che farci piacere. Ma che a nessuno venga in mente di colonizzare la mente dei bambini insegnandole nelle scuole (e non solo), su questo non ci siamo proprio. Basterebbe dare un’occhiata, anche svogliata, ai volumi della casa editrice Lo Stampatello (ma ce ne sono molte altre), specializzata in testi scolastici, tipo: “Perché hai due papà?” oppure “Piccola storia di una famiglia… perché hai due mamme?” e ancora “Piccolo uovo maschio o femmina?”. O al disegno di legge Fedeli, curiosamente intitolato “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”. O magari agli opuscoli “Educare alla diversità a scuola”, prodotti dall’Istituto Beck su incarico dell’Unar (ovvero dipartimento Pari opportunità, ovvero governo) e diffusi alla chetichella (chissà perché) a febbraio 2014 per poi essere ritirati in fretta e furia dopo che si scoprì chi c’era dietro, ovvero 29 associazioni Lgbt. Oppure ancora al documento “Standard di educazione sessuale nelle scuole”, diffuso dalla sezione europea dell’Oms a novembre 2013, che per i bambini da 0 a 4 anni prevede il “diritto di esplorare le diverse identità di genere”  (a che pro se, come dice la Marzano, “il genere e l’orientamento sessuale non si scelgono”?) e di essere informati “sul piacere nel toccare il proprio corpo e sulla masturbazione precoce” (read my lips: ma-stur-ba-zio-ne-pre-co-ce, per bambini da 0 a 4 anni). Per non parlare degli innumerevoli episodi di indottrinamento gender denunciati nelle scuole di Trieste, Roma, Milano, Venezia, Bologna, Treviso, Perugia, ecc., tutti ampiamente documentati. Pochi esempi (ma se ne potrebbero fare molti altri) che dimostrano, con buona pace della Marzano, come dietro al contrasto al bullismo, alla lotta contro l’omofobia e all’educazione alla diversità – tutti concetti nobili e condivisibilissimi ma che vengono usati a mo’ di “scudi umani” dal politically correct – si celi un’ideologia che punta a riscrivere il concetto di identità di genere all’insegna dell’omosessualismo. E la cosa più odiosa è che tutto ciò sta accadendo sulla pelle dei più piccoli.  

Luca Del Pozzo

3-Al direttore - Il Foglio titola: l’unica sinistra che funziona guarda a destra. Mica vero! L’unica sinistra che funziona guarda avanti (e vota Sì).

Valerio Gironi

In Italia una sinistra che ha provato a fare l’esatto opposto di quello che voleva fare la destra l’abbiamo avuta nel 2013 e ha ottenuto il peggior risultato mai registrato nella storia della Seconda Repubblica per un partito di sinistra. Riproviamo ancora?

4-Al direttore - Roberto Volpi, nel criticare le mie affermazioni sull’importanza delle vaccinazioni, commette un errore molto frequente: parla senza essersi ben documentato. Se lo avesse fatto avrebbe per esempio scoperto che nel Regno Unito la vaccinazione a tappeto dei bambini e degli adolescenti contro il meningococco di tipo C (lo stesso che imperversa in Toscana) “dopo dieci anni ha virtualmente eliminato la malattia, anche tra la popolazione di adulti non vaccinati”. Quanto al morbillo (che prima dell’utilizzo esteso del vaccino causava non zero, ma una media di 400 morti all’anno nei soli Stati Uniti) evidentemente non sa che nel 2015 in Romania sono stati registrati solo sette casi; purtroppo nel 2016 – a causa del basso tasso di vaccinazione – è scoppiata un’epidemia con quasi 700 casi e tre bambini morti. Insomma, chi utilizza l’assenza di epidemie in comunità poco vaccinate per sostenere l’inutilità delle vaccinazioni mi ricorda chi si compiace del fatto che una scuola, costruita senza rispettare le norme antisismiche, stia perfettamente in piedi. Poi arriva il terremoto.

Roberto Burioni, Virologo, autore de “Il vaccino non è un’opinione”

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