Lettere al Direttore Il Foglio 5.1.2016

Sciiti vs. sunniti. E’ la religione, bellezza. Destra, inizia il casting. In greco anticoilverboepifàinosignificativi“mi rendo manifesto, poi Epifania

1-Al direttore - Precisazione dall’Isis: guardate che gli stronzi siamo noi.

Giuseppe De Filippi

Arabia Saudita contro Iran. Sciiti contro sunniti. Ma mi raccomando, eh, la religione non c’entra nulla, signora mia.

2-Al direttore - Confesso che con l’anno nuovo è aumentato in me il convincimento che gli italiani non vadano poi presi sempre sul serio. Dopo nove lunghi anni di una campagna denigratoria contro un  galantuomo come Giorgio Napolitano per un suo presunto eccessivo  interventismo con addirittura accuse di scavalcamento dei suoi limiti costituzionali  solo per aver tentato di riparare agli inguacchi causati da una classe politica a dir poco inetta, oggi, all’indomani del suo messaggio di fine anno, assistiamo al tiro concentrico anche su Mattarella che viene irriso per quel suo signorile understatement e sguardo gentile con cui ha accompagnato la presentazione di un discorso. A mio avviso, ineccepibile dal punto di vista istituzionale. Insomma sbagliano tutti e due e “l’è tutto da rifare”. Sorge un dubbio: con l’anno nuovo siamo diventati tutti un pò  più grillini facendo aumentare a dismisura le truppe del dottor Gribbels?

Vincenzo Covelli

3-Al direttore - Fantozzi: “La Corazzata Potiomkin (escludo Fantozzi sapesse che si scrive Potemkin) è una boiata pazzesca”. Mariarosa Mancuso: “Il piccolo principe” non ci ha mai appassionato. Esempi luminosi di libertà di pensiero: siano portati ad esempio nelle scuole.

Roberto Bellia

4-Al direttore - In greco antico il verbo epifàino significa “mi rendo manifesto”, da cui deriva il sostantivo epifàneia, che la chiesa cattolica ha poi assunto per indicare l’apparizione della divinità di Gesù ai comuni mortali. Con una intenzione più laica, ho scelto proprio il giorno dell’Epifania per andare a visitare, insieme ad altri compagni, le madonne recluse nella sezione femminile del carcere di Rebibbia, qualche volta persino con i loro piccoli cristi, dietro le sbarre fino all’età di tre anni e poi affidati a eventuali parenti. Rispetto agli anni scorsi, i Radicali hanno persino intensificato le visite nelle prigioni di tutta Italia, forse proprio per “rendere manifesto” che lo stato italiano continua ad avere gravi problemi nella amministrazione giudiziaria e penitenziaria e che stavolta i Re Magi istituzionali non potranno limitarsi ai loro doni simbolici, ma inutili e alle solite buone intenzioni. Le nostre richieste sono molto più ambiziose, appunto Radicali: cessazione immediata delle violazioni dei diritti umani e della irragionevole durata dei processi, amnistia e indulto, transizione verso lo stato di diritto e riconoscimento di un nuovo diritto alla conoscenza. Forse non abbiamo molta speranza che si realizzino a breve, ma cerchiamo ostinatamente, come chiede spesso Pannella, di “essere” speranza.

Paolo Izzo

5-Al direttore - Come scritto l’ultimo dell’anno da lei direttore ecco l’ultima possibilità per il Cav. in questo anno nuovo di ravvedersi sulla bontà del percorso intrapreso da Verdini e in particolare sulla bontà al sostegno del referendum sulle riforme costituzionali, Berlusconi è ormai a rischio di marginalità politica definitiva, se non si scrollerà di dosso la polvere del populismo salviniano di cui si è quasi ricoperto da essere quasi irriconoscibile perderà la sua ultima battaglia politica con il rischio di una Waterloo. 

Roberto Carletti

A breve partiremo con il nostro casting. I primi nomi ci sono, intanto continuate a scriverci qui: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

6-Al direttore - Ecco, dopo decenni di vana attesa, che arriva sulla scena la democrazia diretta, lontana parente di quella “Pallacorda” che nacque sull’onda della scarsa attitudine a riconoscere il pane dalla brioche. Le cose non nascono a caso e non basta avere orrore per gli ologrammi di Grillo. Nessuno ricorda mai che il potere per essere legittimato (non basta votare) deve essere in grado di rivedersi e non essere autoreferenziale, come da noi. Nessuno del resto ricorda mai che la democrazia diretta ha portato nel Novecento tantissimi lutti in Russia, come nella Francia del XVIII secolo e prima ancora nell’Inghilterra di Cromwell. La storia si ripete, così sembra. Cariatidi che governano incapaci di colpi di reni per rettificare un potere malato e funzionale a pochi, contrapposti a idioti che a vario titolo sognano “Gaia”. Non siamo più in ambito classico, dove Menenio Agrippa (la testa) dialogava con la (pancia) nella ricerca dell’armonia. Equilibrio e armonia sono evitati da tutti.

Franco Bolsi

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