Lettere al Direttore Il Foglio 29.1.2016

La superiorità antropologica della sinistra e una data da ricordare: 30/4/13. I miei investimenti finanziari hanno uno speciale valore affettivo.

1-Al direttore - Lo dico per tutti, ma mi rivolgo più direttamente alla borsa di Copenaghen e alle autorità danesi: i miei investimenti finanziari hanno uno speciale valore affettivo.

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore- “Guardi com'è vestito. Guardi come cammina. Direi che è antropologicamente diverso da noi” (Miguel Gotor su Denis Verdini, Corriere della Sera). “Dans toute minorité intelligente il y a une majorité d'imbéciles” (André Malraux, “La condition humaine”).

Michele Magno

Piccolo ripasso di storia. Nel 2013, ai tempi del governo Letta, il Partito democratico votò la fiducia a un governo sostenuto da un partito che si chiamava Pdl. In quel partito, il Pdl, oltre al nostro amico Denis Verdini c’era tutta la classe dirigente del centrodestra. Tutta ma proprio tutta.  Il Senato votò la fiducia a quel governo (un governo sostenuto non solo da Alfano ma anche da Berlusconi) il 30 aprile 2013. 233 sì, 59 no e 18 astenuti. Tra quei 59 no e quei 18 astenuti non risulta il voto antropologicamente superiore dell’amico Miguel Gotor.

3-Al direttore - Il Parlamento danese ha deciso di sequestrare i beni dei profughi e dei richiedenti asilo oltre i 1.300 euro come contributo alle spese di accoglienza. E’ questo un modo per tradire  le grandi tradizioni, democratiche e civili,  di quel Paese. La Danimarca è l’unico Stato insignito dell’onorificenza di “Giusta tra le nazioni” per la sua resistenza alla deportazione degli ebrei, durante l’occupazione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale, a partire dal 1940.  La popolazione si mobilitò  per salvare gli ebrei danesi traghettandoli in Svezia nel 1943. Il sovrano, Cristiano X,  dichiarò che si sarebbe appuntato sul petto la stella di David e avrebbe invitato tutti i danesi a fare altrettanto se i nazisti avessero imposto le leggi razziali. Per essere all’altezza  del Nonno (Cristiano X, appunto) la regina Margherita II - se la Costituzione glielo consente - dovrebbe rifiutarsi di promulgare quella legge.

Giuliano Cazzola

Al direttore - Io non lo so se sia una mera coincidenza o un segno del Cielo (propendo però per la seconda). Fatto sta che il ddl Cirinnà arriva in Senato lo stesso giorno, cioè oggi, in cui la chiesa celebra la memoria di S.Tommaso d’Aquino. Ora uno potrebbe dire: embè? Embè niente. Però fa riflettere, ecco, che un ddl come il Cirinnà, simbolo per eccellenza del relativismo post moderno, venga discusso in concomitanza con la memoria di chi per secoli è stato il fondamento teologico della cristianità occidentale. Uno che, per dire, in tema di unioni aveva le idee niente affatto confuse: “Il Signore ha creato l’uomo, poi ha voluto creare la donna per dargli un aiuto simile a lui [audiutorium sibi simile]. L’aiuto non è per qualsiasi altra opera, come alcuni hanno detto. Infatti, per qualsiasi altra opera un maschio potrebbe essere aiutato più opportunamente da un altro maschio che da una femmina. L’aiuto quindi è per la generazione”. Chiaro, no? Siamo fatti così, maschi e femmine (con buona pace di quella prosecuzione del malthusianesimo con altri mezzi che è l’ideologia gender), per uno scopo preciso. E se anche la tecnica ha reso possibili altre modalità procreative, sempre ci sarà bisogno di un gamete maschile e di uno femminile perchè la vita possa nascere. Spero solo che l’Aquinate assista i parlamentari, in primis i cattolici, chiamati a votare una legge che vuole trasformare il più grande dei miracoli – un figlio – in un algido diritto per soddisfare i capricci di altri bambini travestiti da adulti.

Luca Del Pozzo

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