Lettere al Direttore Foglio 12.6.2016

Quello che non si può dire quando si parla di Italicum+referendum.  Quando tutte le forze di opposizione si uniscono per abbattere il governo pur disprezzandosi e, in qualche caso, perfino odiandosi reciprocamente, c’è da essere preoccupati..

1-Al direttore - Grossi: “Intercettazioni? Un mio parere sarebbe interferenza”. Non vorremmo mica distrarre il brigadiere?

Giuseppe De Filippi

2-Al direttore - L’Intercettazione ha letto il Foglio e Le scrive: “Caro Cerasa, la ringrazio di cuore per avermi pubblicato. Mi sembrava di essere diventata la Atena/Minerva del XXI secolo e, mi creda, tanto onore, tanto sex appeal, mi ringalluzziva. Però, come le accennavo, mi sono stupita e impressionata del mio potere di trasformare, miracolosamente, le illazioni in verità. Mi chiedo come possa essere successo. Posso assicurarle che non è quella la mia natura originaria. Pensa e ripensa ho dovuto concludere, con amarezza, uscendo dal piacere di essere così tanto piaciuta, e riflettendo sui motivi che le ho esposto, quelli che mi hanno resa così piacente, che sono stata travisata, manipolata, usata, per manipolare quelle povere menti sprovvedute che fanno diventare ricchi chi mi usa con quegli intenti. Io non ci sto! Lo pubblichi, diffonda il mio sdegno, lo esige la mia collega Veritas. La saluto con cordialità”.

Moreno Lupi

3-Al direttore - Quando tutte le forze di opposizione si uniscono per abbattere il governo pur disprezzandosi e, in qualche caso, perfino odiandosi reciprocamente, c’è da essere preoccupati. Ogni paragone storico ha sempre un che di arbitrario, ma ricordo che fu proprio la logica delle opposizioni pregiudiziali ad accelerare il crollo della Repubblica di Weimar nel 1933. Per evitare il ripetersi di una simile esperienza, la Germania democratica postbellica si è dotata di un istituto come il voto di sfiducia costruttiva. Per questa e tante altre buone ragioni una riforma che servirebbe come il pane al nostro sistema politico-istituzionale è la blindatura del potere del premier. Mi permetto di suggerirne l’inclusione nel Lodo del Foglio per la salvezza di Renzi. Oggi questo potere è affidato alle capacità personali del presidente del Consiglio, alle sue doti di comunicatore e abile manovratore. E, ancor più, all’assenza sulla scena di un’alternativa credibile. Ma tali risorse non sono illimitate. Anzi, si stanno velocemente assottigliando. Con l’aria che tira, non mi faccio però  soverchie illusioni. Sarò un inguaribile pessimista, ma dubito che a Montecitorio un giorno si potrà mai parlare british.

Michele Magno

Anche se Renzi alla Camera ieri ha detto il contrario (“La riforma costituzionale non tocca i poteri del premier, che è l’unico in Europa non in condizione di nominare o rimuovere un ministro”) in realtà la riforma che lei auspica c’è già, ed è compresa in quel combinato disposto che prevede legge elettorale e riforma costituzionale: il premier, con quel combinato disposto, sarà meno forte rispetto ai suoi colleghi europei ma più forte di prima e per questo, una volta che l’Italicum entrerà in vigore (primo luglio) e una volta che il referendum costituzionale verrà approvato a ottobre (se non verrà approvato Renzi ha ribadito ieri che lascerà il governo), il Lodo Foglio non può che prevedere un’unica soluzione: andare a votare e ripartire da zero con un governo più forte.

4-Al direttore - Serpeggia talvolta negli scritti di Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale, una ermeneutica teologica del diritto che, se limitata al diritto medievale, non può che essere condivisa, laddove nella dimensione assiologica del costituzionalismo contemporaneo può invece essere contestata. Come in questo caso, quando vorrebbe imporci quasi come obbligo il votare al referendum.

Giuseppe Di Leo 

5-Al direttore - Televisione e moda hanno già ucciso rock e calcio. Riina jr. tronista un durissimo colpo alla mafia.

Daniele Daverio

6-Al direttore - Gentile dottor Cerasa, mi fa piacere inoltrare al giornale da lei diretto, dopo aver letto le parole del vicepresidente di Enasarco rilasciate al Foglio, una lettera aperta che ho inviato al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Caro presidente Sangalli, è con vivo stupore che ho letto nei giorni scorsi le parole del vicepresidente di Enasarco, Gianroberto Costa, rappresentante della Confederazione da lei guidata, in merito a una acquisizione immobiliare da parte mia, come di altre migliaia di inquilini della Cassa, dalla Fondazione stessa. Osservo – e mi rincresce farlo – che il dottor Costa, coordinatore di una delle liste partecipanti alle elezioni dei nuovi organi di Enasarco, si erge a censore dei miei comportamenti, quando sarebbe stato suo dovere sottolineare la correttezza di ogni atto che mi riguarda e che riguarda la Fondazione: Costa, in quanto vicepresidente, ha partecipato alle riunioni del Cda di Enasarco che ha esaminato e valutato il rispetto di tutte le rigorose procedure in merito a potenziali o reali conflitti di interesse rispetto alle mie richieste in quanto affittuario della Cassa. Non risulta che abbia in quella sede sollevato alcun problema di opportunità, che, peraltro, non esisteva. Tengo a sottolineare, poi, che le stesse procedure relative ai conflitti di interesse sono state osservate in relazione a richieste di acquisizioni immobiliari presentate da altri consiglieri Enasarco, che oggi sono alla guida di organizzazioni che partecipano alla lista coordinata proprio da Costa. Mi rincresce ancora dover rammentare, infine, come sia stato proprio io, appena nominato presidente della Fondazione, a mettere fine, anni fa, a una diffusa pratica di lottizzazione clientelare nell’assegnazione in affitto degli immobili di Enasarco: una pratica che aveva la sua regia nei vertici di allora, espressione proprio della Confcommercio. Ci si guardi dentro, prima di gettare la croce addosso a chi ha sempre operato con correttezza e buona fede. Correttezza e buona fede che mi spingono a divulgare pubblicamente questa mia lettera”.

Brunetto Boco, Segretario generale della UILTuCS

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