Chris Froome e il doping che non c'è (quasi)

Il corridore inglese è stato trovato positivo al salbutamolo dopo la 18esima tappa della Vuelta 2017. Perché non è una novità e non c'è da scandalizzarsi

di Giovanni Battistuzzi 13 Dicembre 2017 alle 10:20  www.ilfoglio.it       

Ci risiamo. La notizia è: ad agosto Froome è stato trovato positivo salbutamolo durante l'ultima Vuelta di Spagna. Il commento, il più semplice e immediato, è il solito e richiama a un passato non facile da dimenticare, a Tour de France riscritti a posteriori, maglie gialle un tempo americane, ora non attribuite: "Come si fa a credere ancora in questo sport?", "sono tutti dei dopati di merda", "come Armstrong, la storia si ripete", "il problema è che Froome lo hanno scoperto solo ora, ma si sapeva da anni".

Sul ring dei profondi conoscitori del mondo ciclistico, sul tappeto rosso dei grandi denunciatori del doping, c'è però qualcosa che non torna. Questo doping che sta distruggendo il ciclismo, questa valanga di truffatori del pedale sono solo ombre appena percepite, chiacchiericcio da social network. E questo non vuol dire che il doping nel ciclismo sia magicamente scomparso, è solo mutato, è diventato meno invasivo, marginalità, non più centro gravitazionale della bicicletta. Ma la caccia alle streghe è ancora in atto. E così una sciocchezza come quella capitata a Chris Froome diventa un caso politico, un roboante smacco alla carriera, altra fonte di dubbi attorno a un ragazzo che ha dominato a tal punto il Tour de France negli ultimi anni da risultare antipatico ai più.

 

Nelle urine di Froome è stata trovata una concentrazione fuori norma di salbutamolo, un broncodilatatore, quello che noi chiamiamo Ventolin. Era la diciottesima tappa della Vuelta, la Suances - Santo Toribio de Liebana, e Froome era in maglia rossa, quello di leader della classifica generale dalla terza tappa. Ciò vuol dire che era dalla terza tappa che veniva controllato all'antidoping ogni giorno. Ciò vuol dire che se ci fosse stato un reiterato utilizzo di broncodilatatori sarebbe emerso anche dai controlli precedenti.

 La positività è uscita solo allora, solo quando la forma d'asma cronica - che è stata diagnosticata all'età di dieci anni all'inglese - si è aggravata. Serviva più Ventolin e il medico della squadra glielo ha dato.

Il salbutamolo non trasforma un ronzino in un purosangue, aiuta a incamerare più aria è vero e per questo è vietato in grandi quantità, ma permesso in caso di richiesta di "esenzione per uso terapeutico". Il corridore della Sky non è stato ancora sospeso, nonostante la positività delle due fialette, in quanto, come prevede il regolamento la sostanza rilevata, il salbutamolo, non appartiene alle sostanze dopanti di prima fascia, ossia a quelle più pericolose e performanti

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