Rai Sport, testata con 100 giornalisti ma senza diritti tivù

Niente tennis, basket e Serie A. Solo Coppa Italia e Supercoppa. Viale Mazzini trasmette pochi eventi. Ma ha una redazione enorme. Che accumula sprechi.

di Renato Stanco | 04 Ottobre 2015 Lettera43

D’accordo, cinque inviati più due corrispondenti al seguito del premier Matteo Renzi e del papa in trasferta negli Stati Uniti saranno pure tanti.

Ma se i direttori dei telegiornali della Rai non li avessero mandati, oggi saremmo qui a fare i conti con gli attacchi degli uomini della Vigilanza Rai che alzano la voce quando c’è da assecondare il capo del governo - come nel caso della polemica con i talk show -, ma restano silenti quando le operazioni sono a favore del premier.

Come appunto nel caso della truppa di giornalisti che hanno accompagnato l’inquilino di Palazzo Chigi impegnato alle Nazioni unite, New York.

Tutti si limitato a guardare e controllare l’evidente senza mai puntare il dito contro ciò che più stride e grida vendetta.

Come per esempio Rai Sport, la testata giornalista della tivù pubblica che si occupa di eventi sportivi, pur avendo la titolarità di pochissimi diritti.

ESERCITO DI ANALISTI. Rai Sport, giornale autonomo rispetto ai tre telegiornali e a Rai News, dispone in organico di oltre 100 giornalisti, ai quali va aggiunta una schiera di commentatori e analisti.

Tutti pagati piuttosto bene e pronti a difendere il proprio orticello con le unghie e con i denti.

A giugno 2015, per esempio, nelle palazzine di Saxa Rubra e negli uffici di Viale Mazzini scoppiò la rivolta per il solo fatto che era circolata la notizia secondo la quale alla conduzione della Domenica sportiva, la trasmissione più longeva della Rai, sarebbe stata affidata a Cristiana Capotondi, attrice romana bella, brava e pure tifosa della Roma.

NO A SOLUZIONI ESTERNE. «Nulla di personale contro di lei», chiarirono subito i giornalisti di Rai Sport, ma il fatto che il direttore Carlo Paris, affiancato da cinque vice direttori, avesse avallato l’idea che un’esterna all’azienda fosse stata scelta a discapito dei giornalisti della testata era stato considerato un atto di lesa maestà.

Gli eventi da trasmettere? Sono sempre di meno

E pensare che lo stesso Paris, quando era nel Comitato di redazione (Cdr) della testata, si era scagliato contro l’allora direttore Paolo Francia per aver affidato la Domenica sportiva a Massimo Caputi, giornalista sì, ma non interno alla Rai.

Da lì a poco Francia diede le dimissioni.

RICCA CAPOTONDI. I maligni, a giugno, hanno ripetutamente parlato del fatto che uno dei problemi veri sarebbe stato l’ingaggio della Capotondi, vicino ai 250 mila euro.

Cifra non confermata né smentita dall’azienda, e che comunque sarebbe in linea con i cachet pagati dalla Rai.

Alla fine è saltato tutto.

Colpa di un certo maschilismo? I giornalisti di certo lamentano scarsità di mezzi per le trasferte e pochi soldi per gli inviati.

NÉ US OPEN NÉ EUROBASKET.A dire il vero, però, le cose che la Rai ha da trasmettere sono sempre meno.

Il tennis è fuori da tempo, come  ha dimostrato la finale americana degli Us Open tra le due italiane Flavia Pennetta e Roberta Vinci a cui ha assistito dal vivo il premier.

E lo stesso discorso vale per l'Europeo di basket 2015 che ha visto la tivù pubblica fuori dai giochi.

PER IL CALCIO 66 MILIONI. Certo, ad aprile la Rai si è aggiudicata i diritti di trasmissione della Coppa Italia (Tim Cup) e della Supercoppa italiana per il triennio 2015-18.

La cifra sborsata da Viale Mazzini è stata di 66 milioni di euro, 6 in più rispetto al triennio precedente.

L'unica salvezza è la Nazionale di Antonio Conte

Ma tutto questo giustifica un esercito di oltre 100 giornalisti e una nutrita pattuglia di commentatori e esperti di calcio?

In fondo la vera e unica missione della testata giornalistica è quella di confezionare programmi di parole dedicati al calcio, da 90° minuto a Il processo del lunedì, scommettendo tutto sugli Azzurri del commissario tecnico Antonio Conte.

Perché Rai Sport, in fondo, non è altro che una testata giornalista dedicata alla Nazionale di calcio.

E nulla più. Del resto anche gli ascolti confermano la teoria.

90° IN CALO DI ASCOLTI. 90° minuto domenica 27 settembre ha fatto registrare l’8,05% share: meno della settimana precedente.

Per molti addetti ai lavori il direttore ha sbagliato formula: Paola Ferrari e Marco Mazzocchi sono due ottimi professionisti, di grande esperienza in casa Rai, ma si pestano i piedi.

Così com’è, il prodotto è destinato a non funzionare.

ANCHE LA DS NON VA FORTE. In calo anche gli ascolti della Domenica sportiva, affidata ad Alessandro Antinelli, ferma al 10,38%.

Nell’intera giornata della domenica i canali della piattaforma Sky dedicati allo sport hanno raccolto uno share medio del 9,8%. Sul satellite c’è più vita che sulla Rai. Altro che i sette inviati di Renzi.

Categoria Sport

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