Proposta al Pdl. Carcere, magistrati, azione penale

 Il responsabile giustizia Pd: come riformare il sistema giudiziario

“Io lo so che per questa intervista mi romperanno le scatole e lo so che in giro ci saranno i soliti buontemponi che diranno che si parla di giustizia per fare un favore a Berlusconi. La riforma della giustizia non può essere però l’appendice dei problemi personali del Cavaliere. E io dico che dobbiamo ribaltare questa logica. Dobbiamo dire le cose come stanno, e che questa volta non daremo alibi a nessuno per giocare con questa materia delicata. Una riforma della giustizia, se dobbiamo dire la verità, la vogliamo noi ancora di più del Pdl, ma non faremo l’errore di farci dettare l’agenda da qualcun altro. Abbiamo le nostre proposte, e se il centrodestra vuole si parte da qui. Innanzitutto dal rispetto della Costituzione. E’ chiaro?”. Danilo Leva ha trentacinque anni, è molisano, è avvocato, è alla prima esperienza in Parlamento e da due mesi a questa parte è il responsabile Giustizia del Partito democratico. Il sette settembre, a Genova, il Pd guidato da Guglielmo il Traghettatore Epifani presenterà, durante la festa nazionale del partito, le sue proposte per riformare la giustizia, e Leva sta preparando in queste ore le bozze di riforma che nelle prossime settimane il Pd, dopo un dibattito interno, presenterà in Parlamento. Il tema in questi giorni è ovviamente diventato piuttosto incandescente dal momento stesso in cui Silvio Berlusconi ha promesso, dopo la conferma della condanna in Cassazione, che il governo andrà avanti solo se metterà mano alla riforma della giustizia. In un primo momento, come era inevitabile, il Pd si è irrigidito e ha lasciato intendere di non voler toccare la giustizia, o almeno di non volerla toccare come sogna il Pdl. Eppure, al netto della reazione post cassazione, all’interno del Partito democratico la questione dell’inevitabilità del dover mettere mano alla giustizia è emersa ormai da tempo anche con una certa chiarezza. E sfogliando insieme con l’onorevole Leva l’agenda delle priorità del Pd su questa materia si scopre che su diversi punti il Partito democratico potrebbe trovare delle convergenze con il Pdl per offrire al paese, come si dice in questi casi, una giustizia più giusta.

“Il grado di civiltà di un paese – dice al Foglio Danilo Leva – si misura osservando lo stato della giustizia. Io sono convinto che oggi il sistema giudiziario sia da riorganizzare sotto molti aspetti e il Pd, anche su questo tema, deve sforzarsi non di rincorrere la propria base elettorale ma deve provare a orientarla, come un grande partito dovrebbe sempre fare. Personalmente, non accetto che il Pdl accusi la magistratura di essere politicizzata, e ritengo questo un ragionamento ai limiti dell’eversione. Ma questo atteggiamento non può farci dimenticare che sulla giustizia c’è da lavorare, e che non si può perdere tempo”. Cioè? “Credo siano due i problemi che andrebbero affrontati. Uno riguarda il carcere, l’altro l’organizzazione della magistratura”. Sul carcere, dice Leva, “il Pd continuerà a sostenere quanto fatto da questo governo per combattere il sovraffollamento attraverso la promozione di misure alternative e a settembre farà alcune cose importanti. Una proposta per abolire l’ergastolo e una battaglia per riformare la custodia cautelare al fine di limitare l’utilizzo improprio di tale istituto in assenza di una sentenza passata in giudicato”. Quanto al resto, “le priorità sarebbero da collocare più nel civile, considerando come l’inefficienza di questo ramo della giustizia influenzi in modo sempre più negativo l’andamento dell’economia. Ma d’altra parte anche sul penale ci sono riflessioni importanti da fare”. In sintesi? “Noi siamo contrari alla separazione delle carriere ma disponibili a introdurre norme ordinarie che rafforzino la distinzione di funzioni tra chi sceglie la funzione di magistrato e quella di giudice senza toccare il titolo quarto della Costituzione. Sull’esercizio dell’azione disciplinare credo sia possibile individuare una soluzione per portarla in capo a un giudice terzo, esterno al Csm. Sulla responsabilità civile dei pm bisogna invece dire che la Legge Vassalli non ha funzionato e che va cambiata, stando attenti a non ledere l’autonomia della magistratura. Infine occorre una rimodulazione dell’obbligatorietà dell’azione penale, attraverso norme che sappiano renderla effettiva e aiutino i pm a considerare le priorità. Ecco. Questi sono alcuni interventi che servirebbero. Le nostre idee sono chiare. E se il Pdl dimostrerà di non voler prendere in giro il paese e non voler cambiare la giustizia solo per salvare Berlusconi noi siamo pronti a discutere, anche da oggi stesso”.

Cersa , Il foglio, 7/8

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