Bankitalia, Corte dei conti e Upb bocciano il Def. Tria alla Camera, mercati in altalena

FMI, manovra, troppo ottimismo sul pil. Rinviato il varo del dl fiscale. Ue, Fico: mai con Le Pen

di Franco Adriano, 10.1°,2018 www.italiaoggi .it

L'Ufficio parlamentare di bilancio non ha validato la previsione sul pil del 2019 contenuta nella nota di aggiornamento del Def giudicandola «eccessivamente ottimistica». «L'Upb ritiene che non sia possibile validare le previsioni macroeconomiche relative al 2019 contenute nel quadro programmatico della Nadef 2018» ha detto il presidente Giuseppe Pisauro nel corso della sua audizione al parlamento «giudicando che i significativi e diffusi disallineamenti relativi alle principali variabili del quadro programmatico, rispetto alle stime elaborate dal panel dei previsori, rendono eccessivamente ottimistica la previsione di crescita sia del pil reale (1,5%) sia di quello nominale (più 3,1% nel 2019)». Ora Tria può recepire le richieste di modifica oppure non farlo. Ma in questo caso dovrebbe spiegare in parlamento il motivo. La non validazione non è una novità. È già accaduto nel 2016 con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. In quella circostanza Padoan non modificò la nota di aggiornamento al Def ma superò il contrasto con l'Upb modificando le ipotesi di manovra. Intanto, l'annunciato decreto fiscale il cui via libera era atteso per oggi slitterà.

Prima di Pisauro erano state Bankitalia e Corte dei conti ad affermare che nel 2019 il pil si fermerà sotto l'1%, a lanciare l'allarme sullo spread e ad invitare il governo a non smontare la legge Fornero. Ma l'esecutivo M5s-Lega si è dimostrato fermo nel sostenere che la crescita sarà almeno il doppio (i numeri del Def sono «prudenziali» secondo il ministro dell'Economia, Giovanni Tria). «Chi scommette sull'Italia impoverita perderà» (Matteo Salvini) perché se via Nazionale vuole tenersi la legge di Elsa Fornero «allora si candidi alle elezioni» (Luigi Di Maio). La sfida è andata in scena ieri presso la commissione Bilancio al secondo piano di Montecitorio. A palazzo Koch ha fatto eco la Corte dei conti, poi è arrivata la mazzata dell'Upb. I rappresentanti di Corte dei Conti e Bankitalia non hanno nascosto le loro perplessità. La crescita, oggetto della contesa, sullo sfondo. «Il quadro macroeconomico programmatico appare ottimistico alla luce delle attuali tendenze del ciclo economico internazionale», ha sottolineato il presidente della Corte Angelo Buscema. Il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, giudica che la manovra non avrà l'effetto sul pil ipotizzato dal governo, ma basato su «moltiplicatori superiori a quanto generalmente stimato per l'Italia». In particolare non convincono il reddito e le pensioni di cittadinanza. Il presidente della Corte si è poi scagliato sulla pace fiscale. Le ha chiamate «sanatorie fiscali o mitigazioni del prelievo su limitate tipologie di soggetti». Certo, l'intento è di alleggerire l'onere fiscale, ma «può incidere sulla stessa percezione di equità fiscale o introdurre nuove distorsioni nelle scelte adottate nel mondo del lavoro».

Sulla crescita è intervenuto anche il capo economista Fmi, Maurice Obstfeld, annunciando che le stime del Fondo sulla crescita dell'Italia sono state riviste al ribasso. «Abbiamo visto lo spread aumentare e questo ha contribuito al downgrade», ha spiegato. Secondo gli economisti di Washington, il pil italiano salirà dell'1,2% nel 2018 e dell'1,0% nel 2019, dopo il +1,5% del 2017. Le previsioni risultano in calo di 0,3 punti percentuali per quest'anno e di 0,1 punti per il prossimo rispetto al rapporto di aprile. Una revisione legata al «deterioramento della domanda esterna e interna e all'incertezza sull'agenda del nuovo governo», si legge.

 

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha replicato: «Le previsioni del Fondo monetario internazionale sulla crescita dell'Italia dovrebbero essere riaggiornate nel rispetto della nostra nota di aggiornamento del Def». «Lo spread a 315 punti base non mi ha fatto piacere, è ovvio», ha continuato Conte.

Nel corso dell'audizione alla Camera, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, aveva invitato, in sintonia con il presidente della Camera, Roberto Fico, abbassare i toni dello scontro con Bruxelles. «Come si fa a dire che l'aumento dei tassi di interesse riflette il peggioramento dei fondamentali?», si è chiesto Tria. «Poiché attualmente non è stato compiuto nessun atto del governo, a cosa si deve questo peggioramento dei fondamentali che avrebbe portato a un aumento dei tassi»?

Nonostante l'aumento dello spread e l'andamento delle borse, i risparmi degli italiani «sono senza dubbio al sicuro: noi siamo tranquilli da questo punto di vista: perché c'è una manovra economica che verrà discussa con la Commissione europea, e si troverà la strada. Siamo tutti tranquilli». Lo ha affermato a Bruxelles, il presidente della Camera, Roberto Fico, al termine del suo incontro con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. «Il M5s non si siederà mai con Marine Le Pen». All'indomani del patto per le elezioni europee siglato da Matteo Salvini e la leader francese di destra Marine Le Pen, Fico ha escluso qualsiasi coinvolgimento.

Piazza Affari si è ripresa in serata, ha chiuso a +1,06%, con lo spread ridisceso a 292 punti base mentre anche le banche hanno ripreso fiato. «Se ci sfugge lo spread deve cambiare la manovra», ha dichiarato il ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona. Savona ha comunque previsto che «lo spread non arriverà a 400, ne sono abbastanza sicuro, vincerà il mercato. Il mercato non vuole la crisi»…….

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