La repubblica dei pm non va in prescrizione

Allungare i processi, tenere i politici sotto ricatto. Contro il metodo Travaglio

di Redazione 9.1. 2020 ilfoglio.it – lettura 1’

Oggi pomeriggio si terrà il tanto atteso vertice di maggioranza sulla Giustizia, in cui Pd, Italia viva e Leu ribadiranno al Guardasigilli Alfonso Bonafede e al M5s la necessità di apportare modifiche alla riforma che dal 1° gennaio ha abolito la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, aprendo la strada a processi eterni. I grillini non sembrano voler fare passi indietro, e non sono i soli. L’idea di processi infiniti per tutti sembra piacere molto anche al direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio e al procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, che, ospiti dell’ultima puntata di “DiMartedì” su La7, hanno dato vita a un appassionato duetto (senza contraddittorio) per difendere proprio la riforma voluta da Bonafede.

“La prescrizione fino all’anno scorso inceneriva 120 mila processi all’anno. Dato che in ogni processo ci sono in media due o tre imputati, significa che ogni anno avevamo 3-400 mila colpevoli impuniti, perché la prescrizione nei processi si dà ai colpevoli”, ha affermato Travaglio, rispolverando la cara visione davighiana secondo cui i cittadini sono tutti colpevoli non ancora scoperti. Ora, però, “tutti rivogliono la prescrizione, secondo te perché si identificano nelle vittime?”, ha chiesto Travaglio rivolgendosi a Floris, per poi rispondersi da solo: “No, perché si identificano nei colpevoli, che vogliono farla franca”. A sua volta, Gratteri, dopo aver celebrato nuovamente l’operazione anti ’ndrangheta lanciata dalla sua procura prima di Natale che ha portato a 334 misure di custodia cautelare (molte delle quali, però, negli ultimi giorni sono state annullate o attenuate da gip e Riesame), ha difeso la riforma Bonafede perché “i termini prescrizione, amnistia e sanatorie non sono da paese civile, non dovrebbero essere usati”. E il rischio che i processi durino un’eternità? “Adesso – ha replicato il pm – bisogna lasciare la legge così com’è, perché serve a costringere la politica a fare le riforme che servono a velocizzare i processi”. I politici, cioè, vanno ricattati e tenuti sotto scacco con leggi forcaiole e anticostituzionali. Non c’era modo migliore per spiegare in cosa consiste la Repubblica dei pm

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata