LETTERE Più fatti e meno chiacchiere all'Antimafia: una biografia conta poco

Chiara Colosimo potrà fare peggio del suo predecessore, il senatore Nicola Morra (eletto alla commissione Antimafia con i soli voti di Lega e M5s)?

25 MAG 2023lettere Direttore ilfoglio.it

Al direttore - Chiara Colosimo potrà fare peggio del suo predecessore, il senatore Nicola Morra (eletto alla commissione Antimafia con i soli voti di Lega e M5s)?

Michele Magno

Non ricordo un presidente della commissione Antimafia che nel recente passato non abbia utilizzato la commissione Antimafia per dare un supporto all’antimafia delle chiacchiere. Non ricordo, negli ultimi anni, un presidente della commissione Antimafia che non abbia utilizzato la commissione per assecondare, come ha scritto Giuseppe Sottile sul Foglio, i teoremi, anche i più farneticanti, dei cosiddetti magistrati coraggiosi. E non ricordo alcun esponente di primo piano delle vecchie commissioni Antimafia che abbia trovato il modo di trasformare la commissione in un avamposto della lotta contro la cultura del sospetto. Colosimo ha un curriculum che fa sorridere, per la sua pochezza, ma ciò che conta quando si guida una commissione di questo tipo più che la biografia è il mandato politico. E se la nuova commissione Antimafia permetterà di mettere l’antimafia dei fatti su un piedistallo più alto rispetto a quella della chiacchiera si potrà persino festeggiare.

Al direttore - Possibile dover dare ragione al ministro Lollobrigida sul Manzoni sostenitore del motto “Dio, Patria, Famiglia” piuttosto che ai suoi detrattori? Manzoni inneggiò pure alla gente “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor”… Che sia stato un protonazionalista, piuttosto che un difensore “della persona, senza alcuna differenza di etnia o razza” come sostiene il presidente Mattarella? Forse è più giusto pensare al contesto delle contese nazionali in cui il poeta pensò e scrisse. Sbagliato tirarlo da una parte o dall’altra anche se le sue parole sono inequivocabili.

Nicola Zoller

Mi sembra ci sia un po’ di confusione. Il capo dello stato, sul tema dell’etnia e della razza, ha fatto un ragionamento più sofisticato. Ha detto che “nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza, solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948”. E ha aggiunto che quella Carta “nata dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte”. Più che un richiamo rivolto a chi ha utilizzato parole oscene sulla sostituzione etnica, vedo un richiamo più generale: a chi sceglie di far politica calpestando libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà. Era un discorso contro Lollobrigida? Non credo. Era un discorso contro i nazionalisti? Certamente sì. Viva Manzoni, viva Mattarella.

Al direttore - Giorgia Meloni, fino ad ora, ha gestito bene la grave crisi dell’alluvione in Emilia-Romagna. Le occorre un ulteriore colpo d’ala: non cedere ai veti di Salvini e nominare commissario straordinario Stefano Bonaccini. Oltre a rappresentare una scelta corretta sul piano istituzionale, questa nomina sarebbe la garanzia di sostanziale unità politica nell’emergenza.

Giuliano Cazzola

Concordo.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata