"PIÙ IL CALCIO DIVENTA GLOBALE, PIÙ PERDE TIFOSI"- IL QUOTIDIANO INGLESE “GUARDIAN”

TOGLIE IL VELO AI VARI EMIRI CHE SPENDONO FANTASTILIARDI IN SQUADRE SENZA UN’IDENTITÀ: “È QUEL PRIMATO DEL CAPITALE

1.8.2023 dagospia.com lettura3’

CHE SPESSO FA DISTOGLIERE LO SGUARDO DAGLI APPASSIONATI” – “LE SQUADRE NAVIGANO IN UN OCEANO DI MEMORIA. LA LEALTÀ E LE PRESTAZIONI AIUTANO AD ANCORARE LA NOSTRA IDENTITÀ NELLE COMUNITÀ. IN DEFINITIVA, CI RICORDANO IL NOSTRO AMORE PER UN LUOGO E L’UNO PER L’ALTRO”

Da www.ilnapolista.it

manchester city vince la premier league 8

MANCHESTER CITY VINCE LA PREMIER LEAGUE 8

Prendi il Manchester City. La squadra dominante, forse la migliore del mondo. Guarda come festeggiano i suoi tifosi… quella euforia un po’ sommessa, quello strano distacco. C’è qualcosa che non va. E’ come se si fosse perso qualcosa, e vale per tutto il nuovo calcio-business. Il calcio che rischia di diventare una moderna Nave di Teseo.

Lo scrive in un’interessante riflessione su tifo e attaccamento sul Guardian Jason Stockwood (che anche azionista di maggioranza del Grimsby Town). Si interroga su “quale sia la natura duratura di una squadra di calcio nel tempo”.

“Un oggetto, una persona o un’organizzazione sono definiti dai componenti fisici o da qualcosa di più intangibile come la storia, lo scopo o il significato culturale? Se le parti costitutive di un oggetto vengono completamente sostituite, conserva la sua essenza e continuità originarie”, come appunto nel paradosso della Nave di Teseo?

Stockwood ragiona sui concetti di “identità” e “valori”: “Man mano che l’infrastruttura fisica di un club di calcio subisce aggiornamenti e modifiche, diventa sempre più difficile stabilire una linea diretta che colleghi i risultati di oggi con il passato del club. È fondamentale riconoscere che mentre il nostro rapporto con un club è radicato in una storia condivisa e memorie collettive, c’è anche la necessità di allinearsi con i nostri valori attuali ed è qui che la proprietà gioca un ruolo significativo”.

“La proprietà dà il tono e stabilisce le priorità morali di un’organizzazione. I proprietari determinano in che modo un club si allinea con il suo passato e i suoi tifosi, comprendendo sostenitori di lunga data e nuovi arrivati. Le decisioni prese dalla proprietà modellano l’orientamento del club e la sua capacità di onorare la sua storia, soddisfacendo le aspettative e i valori dei suoi tifosi nel presente”.

E questo è il problema, “la complessità della proprietà straniera. In un certo senso può essere visto come un’estensione naturale del nostro sistema capitalista, in cui la proprietà è determinata semplicemente da coloro che dispongono delle risorse finanziarie più consistenti. D’altra parte, molti dei Paesi che sono la fonte del capitale possono avere teorie di giustizia o norme sociali diverse rispetto ai paesi in cui si trovano le squadre di calcio. È quel primato del capitale che spesso fa distogliere lo sguardo dagli appassionati di calcio rispetto a tutte le altre considerazioni ed è la fonte della dissonanza morale che si annida sullo sfondo di ogni coppa alzata, di ogni nuovo acquisto e di ogni nuovo stadio costruito. Quel leggero disagio è l’esperienza che chiunque abbia trascorso una vacanza a Dubai può capire, dove il comportamento e gli appetiti occidentali sono soddisfatti in un mare di ortodossia e tradizione islamica”.

“Il calcio può essersi modernizzato ed essere diventato globale, ma la persistenza del legame con i nostri club è radicata nelle nostre relazioni reciproche tanto quanto nelle istituzioni create nel tempo. La nostra memoria collettiva può sopravvivere anche ai cambiamenti fisici più drammatici e ai capricci delle diverse strutture di proprietà che alla fine andranno e verranno. Le squadre di calcio, come la nave di Teseo, navigano in un oceano di memoria e ciò che navighiamo non sono solo quei ricordi, ma il nostro orientamento verso coloro che ci circondano oggi e coloro che ci hanno preceduto. La lealtà ereditata, la costanza dei colori del nostro club, i rituali del giorno della partita che condividiamo, le prestazioni, buone e cattive, creano il senso di una vita comune e aiutano ad ancorare la nostra identità nelle comunità e, in definitiva, ci ricordano il nostro amore per un luogo e l’uno per l’altro”.

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